Vibrazione sonora e interpretazione del dialetto genovese.
La vibrazione del suono
è pura creazione e genera la realtà.
“Apriti Sesamo”
non è semplice parola ma intenzione.
Solo l’intenzione,
il modo giusto,
la vibrazione esatta,
fa aprire la porta della caverna
che racchiude il tesoro.
Prendiamo, ad esempio, la frase
“Ho costruito una casa per me
e per la mia famiglia”.
Immaginiamo che sia pronunciata
con spiccato accento genovese.
Non parlo di dialetto,
mi riferisco semplicemente all’accento,
alla vibrazione, al suono.
State pur certi
che gli ascoltatori ci crederanno.
Crederanno, certamente,
e sapranno già,
senza necessità di conoscere altri particolari,
che quella casa di famiglia
ha solide fondamenta,
è sicura,
ed è stata costruita con giudizio
e metodo tradizionale
da esperti operai residenti nel posto.
Ora, immaginiamo un’altra frase,
pronunciata con forte inflessione genovese.
Una frase che riguarda
il progresso della comunità,
l’evoluzione dello spirito,
l’introduzione di una nuova tecnologia,
un viaggio verso un mondo nuovo.
Una frase che esprima il vento
o l’evento evolutivo
connesso a un nuovo mondo,
a un nuovo modo di vedere,
una cambio di prospettiva
Ebbene,
la frase più illuminata e progressista,
pronunciata con spiccato accento genovese,
non sarà creduta da nessuno.
Nessuno.
Il carattere dei genovesi,
così come generalmente è percepito,
è semplicemente la conseguenza
della vibrazione sonora
del loro dialetto originale.
I pensieri, le sicurezze, le paure,
dei nonni, delle mamme, dei padri,
hanno forgiato nuove generazioni
nate vecchie e ostili
nei confronti del cambiamento e del nuovo
per questioni di vibrazione e di suono.
Mi piace pensare
che Cristoforo Colombo,
celebrato in patria soltanto dopo,
sia uscito dall’incontro
con Isabella di Castiglia
con l’esclamazione vincente
dei colpi tennistici
di Raphael Nadal:
VAMOS!