TU QUOQUE. Il tradimento del finto Chef.
I libri di storia
raccontano che Giulio Cesare,
nell’anno 44 a.C.,
pugnalato dal figlio Bruto
in una congiura,
pronunciò questa frase:
“Tu quoque Brute fili mi”
(anche tu, Bruto, figlio mio).
Fin da bambino la frase di Cesare
mi ha ricordato qualcosa di diverso,
ai confini con il comico.
Mi veniva in mente
un cuoco dilettante che,
avendo trafugato una divisa da chef,
la disonorava cucinando
piatti all’arnesico.
I Clienti pagavano
e lasciavano il locale
con un senso di malessere
che sfociava, come minimo,
in una notte insonne.
Tu Quoque…..
Tale tradimento
si manifesta anche oggi
nel dominio dei simboli
sbaragliati dai dilettanti
e approvati, paradossalmente,
perfino da istituzioni
senza conoscenza.
Tu Quoque..
Un commento tranchant
da girone infernale del gambero nero.
Sergio Bianco #logogenesi
Logogenesi
L’ironia rende il messaggio memorabile.