Trentatre, otto, infinito. Il quadrato di Subirachs.
A Barcellona,
sulla facciata della Passione
della Sagrada Familia,
è scolpito un quadrato numerico
“quasi magico” creato da Subirachs,
architetto subentrato
dopo la scomparsa di Gaudì.
Il diagramma numerico
è composto da 16 caselle
disposte su 4 righe da 4.
I numeri,
scolpiti in ogni casella, sono:
1 14 14 4
11 7 6 9
8 10 10 5
13 2 3 15.
La somma dei numeri
che appaiono in ogni riga,
orizzontale, verticale o diagonale
è sempre 33.
33 sono gli anni di vita del Cristo.
Durer, nell’anno 1524,
disegna un quadrato magico
avente come risultante il 34.
Durer utilizza tutti i numeri da 1 a 16,
senza ripetizione.
Per questo motivo,
il quadrato di Durer
è considerato magico
mentre il quadrato di Sabirachs,
ripetendo due volte il numero 14
e il numero 10,
è considerato “quasi magico”.
Eppure, nel quadrato di Sabirachs,
imperniato sul numero 33,
ci sono altri aspetti interessanti.
Il tre è il numero della perfezione.
33 raddoppia tale potenzalità.
Ponendo il tre a specchio,
con il potere della riflessione,
si forma il numero otto.
L’otto, ruotato in orizzontale,
è il simbolo matematico dell’infinito.
Il diagramma di Subirachs,
comprende la peculiarità
di considerare le molteplici direzioni:
orizzontale, verticale e diagonale.
La croce, simbolo che va ben oltre
il significato cristiano,
è segno di unione
tra la linea orizzontale, la materia
e la linea verticale, lo spirito.
Il passaggio tra materia e spirito
è un capovolgimento evolutivo
così come il doppio 3 speculare
si trasforma in otto e poi in infinito.
Il punto di unione tra materia e spirito
è l’incrocio delle diagonali,
il fulcro visivo della croce,
il centro della simbolica clessidra
che si focalizza sul punto d’unione
tra passato e futuro
per concentrarsi sul presente:
QUI e ORA.
In questa riflessione,
mi piace pensare
che l’ascesa verso il cielo,
la rampa di lancio verso il divino,
possa partire
unicamente dalla linea orizzontale,
dalla terra
e dal modo in cui ogni essere
compie, nel quotidiano,
i gesti più semplici
illuminandoli
con una proiezione verticale
di natura superiore.
Per questo preciso motivo
esiste il Metodo Logogenesi
e la mia filosofia di lavoro e di vita.
Filosofia di vita
che ha il medesimo valore
di quella di un qualsiasi piccolo principe
che coltiva la rosa.
Sergio Bianco, Logogenesi