Questa terra è la mia terra. Astrazione e rivoluzione.
Quel giorno,
avevo una canzone di Gaber
che mi girava in testa
e stavo travasando i gerani.
A volte mi piace
non usare guanti da giardino.
Con le mani nere di terra,
son passato sotto
al Kumquat,
detto anche mandarino cinese,
e ho morso alcuni frutti arancioni
direttamente dall’albero,
senza usare le mani.
Non si dovrebbe fare così ma,
da quando ho creato il marchio Parlacomemangi,
ogni tanto mi sorprendo
a fare cose del genere.
Guardando le mie mani nere
ho pensato a Woody Guthrie,
ispiratore del premio Nobel, Bob Dylan.
“Questa terra è la mia terra”
film o libro che sia,
è la storia autobiografica di Woody Guthrie.
Il racconto di un’America avventurosa
attraversata saltando sui treni in corsa,
con l’inseparabile chitarra, naturalmente.
“Questa terra è la mia terra”
è un titolo che sento nel cuore.
L’amico Guido, fondatore di Parlacomemangi,
ha una visione simile alla mia.
Entrambi siamo fieri delle nostre radici
e del nostro Mestiere.
Mastro di Bottega lui,
Artigiano del Simbolo io.
Guido è un esploratore del gusto,
un rivelatore di eccellenza italiana.
Guido fiuta e scova la bontà
grazie ai sensori
delle sue strabuzzanti papille
e porta in bottega le sue scoperte
come trofei da condividere.
Come un mercante
delle repubbliche marinare,
Guido attracca il suo furgone
nel porticciolo di Rapallo
e mostra i suoi tesori:
formaggi, salumi, squisitezze,
vini pregiati
ancor prima di essere noti.
Le persone accorrono in Bottega
per assaggiare
bocconi di tradizione,
spizzichi di conoscenza,
sorsi di verità.
Questa terra è la mia terra.
Oggi volevo esprimere questa idea,
questo concetto, questa astrazione.
Per farlo mi sono sporcato le mani,
ho addentato un frutto
direttamente dall’albero
facendo, nel mio piccolo,
la mia rivoluzione.
Sergio Bianco, #Logogenesi