Storie di viaggio. Sole, luna o palla da tennis?
Storie di viaggio.
Sole, luna o palla da tennis?
Nell’articolo di ieri
ho parlato di una scultura
realizzata da Pablo Picasso,
intitolata “Testa di toro”.
La scultura in bronzo
è costituita da un sellino
e da un manubrio di bicicletta.
composti ad arte.
Come promesso, ci trasferiamo ora
su un campo di terra rossa.
Siamo a Genova nell’anno 1975.
I due giovani tennisti in azione
sono Sergio e Luigi.
Niente gara.
Palleggi tesi, con stile,
così come faccio ancora oggi,
nel rito settimanale.
Diritto incrociato e potente di Luigi.
La pallina bianca si spezza a metà:
una parte finisce in rete
e l’altra la supera di poco.
Un caso e un colpo
che potevano entrare di diritto
nel libro di Gianni Clerici
sui 500 anni del tennis.
Raccolgo le due sezioni di pallina
e andiamo avanti con l’allenamento.
Il giorno dopo
mi vengono in mente i versi di un poeta
ignoto a tutti, anche a lui stesso.
Il poeta in questione,
tre banchi davanti al mio, è Armando C.
Alcuni giorni prima Armando,
prendendo il mio diario, aveva scritto:
“Case di carta,
stranezze della vita,
vita strana.
Vie d’acqua
tra case di carta.
Non sai dove portano
e se portano.”
Inspirato da questi versi poetici
dipingo il quadro visualizzato
e applico la gloriosa pallina
come un astro splendente.
Il quadro
sarà l’opera prima di una mostra
tenuta alcuni anni dopo in Svizzera.
Fa parte della mia collezione privata.
Anno 1978.
Vacanze di Natale.
Viaggio in Svizzera per la mostra.
Siamo diretti verso il confine.
Inizia a nevicare
ma le strade sono ancora pulite.
I quadri sono stipati a bordo
della mitica 126 bianca.
In tutti i sensi, non ho catene.
Guido io.
Al mio fianco c’è il mio avvocato.
Si chiama Alessandro.
Avvocato non lo è ancora
ma lo sarebbe diventato molti anni dopo.
Alla frontiera del Gran San Bernardo
i doganieri ci fermano.
Serve un permesso
della Soprintendenza Belle Arti.
Un permesso che non ho.
Il finanziere mi prende da parte:
“Se mi disegni una donna nuda
ti lascio passare”.
Chiedo consiglio al mio avvocato
e lui fa cenno di procedere.
Prendo un foglio
e disegno col pastello,
in tre secondi,
una linea astratta ma senza vestiti.
Firmo.
Il finanziere guarda perplesso e ammirato.
Possiamo andare.
Quel giorno ho capito
l’importanza di girare
con un avvocato a fianco.
Ma soprattutto ho capito
che, in ogni cosa, in ogni gesto,
in ogni azione, esiste buio e luce.
A noi il compito, la libertà
e la possibilità di accenderla,
questa luce,
nei gesti quotidiani,
nell’incoscienza
e nella coscienza pura.
Sergio Bianco
Prima di Logogenesi
Stupenda riflessione sulla dualità e sulla luce che possiamo portare nelle nostre azioni quotidiane.
La vita è un viaggio tra luce e ombra; a noi la scelta di illuminare ogni passo.