Simbologia Yin-Yang. La bottega del liutaio Assandri.
Accade, un giorno, che la persona
più presente ed equilibrata che io conosca,
perda per un attimo presenza ed equilibrio
e si sieda sulla mia chitarra.
“Se questo accade,
ci sarà un motivo”, ho pensato.
Non ho creato il simbolo Yin-Yang.
È tra i simboli più potenti
presenti nell’universo.
Le persone che mi vogliono bene,
affermano, scherzando, che quel simbolo
l’ho creato io in una vita precedente:
il complimento più bello che abbia ricevuto.
Ebbene, il simbolo Yin-Yang è un cerchio,
segno di perfezione.
È suddiviso in modo armonico
tra positivo e negativo
utilizzando le curvature stesse del cerchio.
In quel simbolo non esiste linea retta.
La partitura musicale
del bianco e del nero è bilanciata.
Nel campo bianco risalta un punto nero
mentre nel campo nero,
risalta un punto bianco.
Il Simbolo Yin-Yang
è la metafora della vita.
in ogni situazione negativa,
il punto bianco è l’insegnamento,
l’aspetto positivo, la crescita evolutiva.
Ugualmente, in ogni spazio bianco
c’è il punto nero che ti attende
per allenare in continuazione la tua presenza
e la tua capacità di reagire agli inconvenienti
restando in equilibrio.
Si è rotta la chitarra?
Perfetto.
È una chitarra a cui tengo in modo particolare.
Beppe Gambetta in persona,
chitarrista eccelso e amico,
l’ha regalata a mia figlia quando era piccola.
Quindi, quella chitarra ha valore assoluto
e deve essere riparata.
Mi metto alla ricerca di un liutaio
e scopro, in rete, la bottega di Assandri
nel centro storico di Genova.
Assandri… Un nome familiare…
Avevo un compagno di scuola, alle medie, con quel nome.
Magari è Lui.
Alle medie il prof di matematica
si chiamava Grisolia,
detto Griso, come il bravo dei Promessi Sposi.
Se durante la lezione cadeva una penna,
il Griso, implacabile,
segnalava la distrazione in un apposito registro.
In realtà, il Griso,
era Maestro di presenza più che di matematica.
Al sabato, quando mancavano 5 minuti
alla fine della sua ora, l’ultima,
il Griso rivelava il suo essere Bravo:
chiamava Assandri alla cattedra e Lui,
di fronte a tutti i compagni,
sotto la sua montagna di riccioli,
si esibiva suonando la melodica,
uno strumento a fiato con tastiera.
Una meraviglia per tutti.
Forse, in quel momento,
ho iniziato ad associare
la matematica alla poesia.
Assandri, detto Assa,
oltre ad avere uno spiccato talento musicale
ci sapeva fare anche con il legno.
Aveva costruito una racchetta da ping pong extra-large,
fuori da ogni possibile omologazione
per sfide ai confini della realtà.
Così
collegando musica
con manualità nel lavorare il legno, ho detto:
È Lui.
Ieri, dopo più di un anno dal nostro incontro
sono andato finalmente a ritirare la chitarra restaurata
che ho fotografato così, col mio biglietto da visita
e un raggio di sole del mattino.
Giorni prima avevo ricevuto un messaggio:
“Sergio, sono accadute tre cose:
mi sono sposato,
ho percorso con mia moglie
il cammino di Santiago de Compostela,
ho riparato la tua chitarra.”
Per me è un onore che il mio amico liutaio,
il mio compagno di scuola,
abbia dedicato tempo, arte e attenzione
per la mia chitarra compiendo il terzo passo.
Ieri, nella sua bottega, nel cuore di Genova,
a pochi metri dal teatro Carlo Felice,
ci siamo ritrovati,
ho ammirato i suoi lavori, la sua arte
e abbiamo parlato
dell’allineamento tra amore e conoscenza.
Io sono artigiano del Simbolo.
Assandri è artigiano liutaio.
In fondo, entrambi, siamo creatori
di qualcosa di semplice
che abbraccia il mestiere,
conoscenza delle materie prime,
(codici per me, legno per lui)
una passione coltivata fin da bambino,
l’abilità manuale e il Metodo.
Nulla di trascendente
ma comunque connesso,
nella sua funzione umile e quotidiana,
con la bellezza della Natura e dell’Uni-verso.
Grazie.
Tra simbolo e realtà!
Grazie per questo bel vissuto e donato a me lettrice.