Simbolo forte e sfumatura depotenziante

La sfumatura
fa male alla salute del Simbolo.
È come la sigaretta
per i nostri polmoni.

Retini, e mezzi toni
rendono il segno incerto, debole,
difficile da riprodurre.

In assenza di una vera fonte di luce
la sfumatura è percepita come falsa,
un ornamento lezioso, superfluo
che contrasta con la sintesi
del “non plus ultra”:
nessuna mancanza e nessun eccesso.

Nella visione Logogenesi,
la sfumatura non è consentita,
perchè depotenzia il Marchio.

Nella fotografia, nella pittura
o in altre forme di comunicazione,
il discorso è ben diverso.

La gradazione di colore,
il tenue passaggio cromatico
sono variazioni meravigliose
che, se utilizzate ad arte,
conferiscono all’opera
volume e profondità.

Il simbolo, invece, è costruito
in base anche ad altri codici
e altri parametri.

Le linee sottili presenti nel Logo
sono calcolate
per mantenere perfetta riproducibilità
anche nelle riduzioni estreme.

Gli interspazi,
eventualmente presenti tra i tratti,
sono calibrati per non chiudersi
in particolari tipi di stampa
come l’impressione a caldo
o il rilievo a secco.

Il segno mantiene,
nel bianco e nero,
massima chiarezza espressiva
in armonia con la coerenza,
l’estetica, la matematica.
e gli altri nove codici della Logogenesi.

Quando il simbolo
raggiunge la sua perfetta definizione
nel bianco e nero
sarà investito del colore istituzionale
e tutto sarà declinato
nell’ambito dell’immagine coordinata.

Dal distintivo appuntato sulla giacca
all’insegna tridimensionale in acciaio,
dall’icona presente nella barra del sito
alla divisa aziendale.

Capite ora perchè
la sfumatura è depotenziante?
Provate a realizzare
un distintivo in oro base mm 5
e avrete la risposta.
Avrete la stessa risposta
ogni volta che applicherete il Logo.

E così, il simbolo.
naturalmente privo di sfumature,
impresso in rilievo a secco,
sul dorso di un’agenda di cuoio
genererà un’ombra vera,
illuminato da una luce vera
e tutto sarà coerente
con Visione e Valori dell’Impresa.

Sergio Bianco #logogenesi