Scritti di Sergio Bianco nel dominio dei Simboli.

Scuola Normale Superiore. Ritrovare il centro di sé stessi.

 

Il Palazzo della Carovana,
sito a Pisa, in Piazza dei Cavalieri,
è la prestigiosa sede principale
della Scuola Normale Superiore.
L’edificio fu ristrutturato dal Vasari
a partire dal 1562.
La facciata, finemente decorata,
si apre sulla piazza
e descrive un lieve semicerchio
che abbraccia idealmente
chi aspira ad entrare.
Lo scalone esterno in marmo,
speculare e simmetrico,
conferisce all’ingresso
autorevolezza assoluta.

Come artigiano del Simbolo,
lontano dagli studi universitari,
mi sono chiesto
cosa provi uno studente
eletto a frequentare questa scuola
nel varcare la mitica soglia
e quindi, alla prima occasione,
mi sono recato espressamente sul posto.

Ci sono una serie di simboli
che si presentano al cospetto di chi entra.
Simboli eterei, nominali, letterari,
vibrazionali, architettonici, storici e culturali.
Sono segni di autorità e prestigio
che trasmettono allo studente
un senso profondo di rispetto
e di responsabilità
per essere lì, in quel luogo sacro
di formazione e di crescita.

Il nome stesso
SCUOLA NORMALE SUPERIORE,
posizionato con lettere materiche su due righe
nell’architrave marmoreo dell’entrata,
fa capire che la normalità è il miracolo.
Il miracolo non è più, nella mia visione,
nella piazza profanata dai turisti
che sorreggono a piene mani la torre
e acquistano prodotti di basso profilo.
Se è vero che la frequenza energetica
in quel luogo è disturbata,
tale frequenza, per fortuna,
torna a vibrare in altre parti della città.
In Piazza dei Cavalieri, ad esempio.

Il miracolo, come accennavo,
è la normalità superiore,
ovvero la capacità di trasformare
il quotidiano in divino
esercitando qualsiasi mestiere
con amore e conoscenza.
Mi riferisco in senso ampio ai docenti,
agli studenti e anche alle persone addette
alla pulizia dello scalone di marmo.
Ognuno dia il meglio di sé stesso.
In questa vita unica e irripetibile
mi piace pensare
che ogni mestiere possa essere svolto
unendo la linea orizzontale della materia
con la linea verticale dello spirito.
È questa la regola eccezionale.

Ora entriamo.
Una porta a vetri automatica
scandisce l’accesso.

Due vetri uguali
si aprono a sinistra e a destra.
Sul vetro è riportata a grandi lettere
la sigla SNS,
acronimo di scuola normale superiore.
Una sigla realizzata da poco,
che non sfrutta la peculiarità magica
offerta dalla sigla capovolgibile.
Un segno che presenta una certa armonia
ma che non utilizza la potenzialità
della sua caratteristica unica,
ovvero la lettura immutabile
con rotazione a 180 gradi.
È come se un genio della matematica
accettasse di uscire dall’esame
con un diciotto.
La sigla capovolgibile, rara e preziosa,
è importante per almeno tre motivi.
Il terzo.
Contiene un segreto
che si svela col tempo.
Il secondo.
Genera un senso di equilibrio
e di perfezione derivata dalla simmetria.
Posizionata sulla porta, ad esempio,
i vetri griffati
si aprirebbero in modo simmetrico dai due lati
conferendo all’entrata
quel senso di precisione che ora manca.

Manca sempre.
Manca ogni volta che quella porta si apre
poiché i simboli,
nel bene e nel male, comunicano sempre.

Per spiegare il primo motivo
chiamo in causa Euclide.
Nel IV secolo a.C.
Euclide afferma che
per tre punti non allineati
passi una e una sola circonferenza.
Il centro di tale circonferenza
è il punto di incontro degli assi
dei tre segmenti formati dai tre punti.
Applicando questo principio
al Palazzo della Carovana,
rilevando con precisione su mappa
tre punti della facciata semicircolare
del palazzo
si trova il centro del cerchio immaginario.
Escludendo lo scalone esterno
mi riferisco ai due punti estremi del palazzo
e al punto di maggiore rientranza
del palazzo stesso.

Individuare il centro di quel semicerchio
non è solo trovare il centro architettonico
ma significa ritrovare il centro di sé stessi.
Ogni studente, quindi,
ogni cittadino e ogni viaggiatore autentico
potrà scegliere di puntare il compasso
in quel simbolo centrale
incastonato chissà dove,
magari nel selciato di una strada,
o forse nel cuore di Palazzo Blu,
oppure nel centro del ponte
che divide in modo simmetrico i flussi del fiume
verso la sorgente, il passato
o verso il mare, il futuro,
Nel centro esatto del cerchio,
nella mia visione,
sarà inserito, a filo del livello strada,
incastonato come una pietra preziosa,
un blocco materico circolare
diametro cm 12
in cui campeggia la sigla SNS.
Per questo motivo la sigla,
pur mantenendo la memoria
e il ricordo dell’originale
è necessario sia ristrutturata
in virtù dei codici della Logogenesi.

In questo modo, dopo opportuno restyling,
le tre lettere chiave
agiranno visivamente nelle due direzioni:
verso la sede principale della scuola
e verso l’interno di chi guarda.

All’entrata del tempio di Delfi
è scolpito il motto “CONOSCI TE STESSO”.
Tornando dalla Pizia a Pisa,
il centro del cerchio e la sigla capovolgibile
sono il modo per risvegliare ogni persona
esplorando i confini del micro a del macrocosmo
fino a riscoprire i segreti più profondi dell’essere.

Così, grazie al valore conferito al simbolo
si crea il senso di appartenenza.

Sergio Bianco. Logogenesi.

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2 pensieri riguardo “Scuola Normale Superiore. Ritrovare il centro di sé stessi.”

  1. PIERO ha detto:

    L’Università è un’invenzione della cristianità medievale, ovvero di quel pensiero che aspira al sapere universale, cioè valido per tutti, cioè unico. Quello che oggi viene indicato come un pericolo è, dunque, nelle intenzioni degli “uomini nuovi”, i quali azzerarono la storia facendola ripartire dalla venuta di Cristo sulla terra, la meta delle mete, La Verità, che tutti dovevano riconoscere. L’Università è l’universo del sapere cui tutti non solo possono, ma devono accedere, per questo la piazza è circolare ed è il centro della città, il regno umano, specchio di quello divino. L’universo umano e divino sono ciò cui si deve tendere. Il fatto inquietante è che anche coloro che costruirono la Torre di Babele avevano lo stesso obiettivo.

  2. Nicola Pisani ha detto:

    Il mago ha il dono di percepire al volo ciò che vibra in maniera non coerente,
    accorda ogni stonatura e ricompone la stessa sinfonia in modo finalmente benefico e potenziante.

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