Scritti di Sergio Bianco nel dominio dei Simboli.

Scalare la vetta e scagliare la freccia per il sogno di un altro.

 

Philippe-Petit

 

La domanda che rivolgo è semplice.
Hai un amico
disposto a scalare la vetta

per scagliare la freccia nel cielo?
Un amico disposto, rischiando,
a scagliare quella freccia per te,
per il tuo progetto, per la tua scatola rossa
custodita sotto al letto,
per il tuo Sogno?

Se la risposta è SI,
sei una persona fortunata.

Philippe Petit
ha una scatola rossa sotto al letto.

Ci dorme e ci sogna sopra, ogni notte.
Sulla scatola, egli traccia a mano
la scritta PROJECTS.
Dentro la scatola ci sono disegni,
fotografie, mappe, ritagli di giornale
e i piani per realizzare un’impresa memorabile.

Philippe vuole tendere un filo d’acciaio
tra le due torri gemelle di New York,
appena edificate,
per camminare su quel filo, nel vuoto.

Nella sua visione di funambulo
la sua impresa vuole dimostrare
che i limiti esistono
solo nelle persone che non sognano.
Nella visione della gente comune
e, in particolare, del poliziotto della foto,
il suo è il gesto di uno squilibrato
in possesso di equilibrio straordinario.
Nella visione alchemica,
la sua impresa è un filo d’oro teso sullo strapiombo.

Ogni pazzia che si rispetti,
ha bisogno di coraggio,
di dedizione, di fedeltà,
e di persone invisibili
che compiano l’azione impercettibile
che rende possibile l’Impresa.

Philippe Petit ha un compagno,
un complice fidato.
È lui, il 7 agosto 1974,
il vero amico che,
sfidando la legge americana
e la legge di gravità,
sale su una delle due torre gemelle
e lancia, con l’arco, la freccia verso Philippe,
appostato alla sommità della torre opposta.
Lancia la freccia legata a un filo.
E legato al filo c’è una corda
e poi una fune d’acciaio.
In questo modo, Petit raccoglie la freccia
e tende il cavo d’acciaio
tra le due torri di New York.

Il resto è storia.
Il resto è leggenda.

Questo articolo non è dedicato
a Philippe Petit, il funambolo.
È dedicato al complice invisibile
che si immedesima nei sogni di altri
facendoli diventare i propri sogni
e facendoli diventare veri.

Sergio Bianco, Logogenesi

 

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