Quando la grana della foto fa scaturire il segno dell’artista.
Per caso sincronico
mi ritrovo tra le mani
una brochure di Giuseppe Capogrossi
che racchiude in sei quartini
alcune opere dal 1948 al 1972.
Il testo introduttivo,
a cura di Mariano Apa,
ha un titolo affascinante:
“Alfabeto di modernità”.
Nella mia visione,
in questo alfabeto,
spicca una lettera primordiale
unica e distintiva
che diventa,
nella sua ripetizione a oltranza,
il simbolo riconoscibile,
l’icona che identifica
l’opera di Capogrossi.
È un semicerchio estemporaneo
tracciato manualmente
con tratto marcato e irregolare.
La linea mediana
si sposta dall’asse verso l’esterno
e lascia spazio a tre
o, a volte, quattro
tratti orizzontali.
È un segno primitivo
estremamente stabile.
Una sorta di elefante della memoria
scolpito nelle grotte di Lascaux.
Quando l’elefante
si abbevera al fiume
rivela il suo riflesso
che si specchia nell’acqua.
Il segno primo,
specchiato e ripetuto in successione
genera, nelle parti vuote e non tracciate,
una sorta di cerniera,
una striscia meccanica,
una lampo di genio
che si apre su nuovi mondi
e nuovi orizzonti.
Alla fine della brochure,
che ho fotografato al naturale
incurvando ad arte alcune pagine,
appare l’opera per me più significativa:
il ritratto di Capogrossi
firmato da Ugo Mulas.
È un bianco e nero sgranato
che evoca e rivela,
nei ferri della finestra,
nell’avvolgersi della sciarpa,
nelle pieghe del cappotto,
nell’angolatura del gomito
e nei meandri dell’orecchio
gli stessi tratti primordiali
presenti nell’opera del Maestro.
Abilità o fortuna?
Nella mia visione
c’è sempre una percentuale di fortuna
ma la vera arte è accorgersene.
Ugo Mulas è stato il primo a percepirla
questa fortuna
e ha scelto di immortalare l’artista proprio lì.
Ha scelto la luce di quella finestra
e questi profili rivelatori
di ferro non battuto ma imbattibile
visto il risultato ottenuto.
Di fronte a quella finestra
Ugo Mulas ha dipinto il ritratto
con la composizione accorta
di un quadro di Vermeer
e con l’abilità di un sarto di alta moda
ha fatto uscire quella grana
utile a far risaltare la materia
e addirittura il tratto simbolico dell’artista.
Una foto capolavoro
che contiene la prima lettera
di un alfabeto di modernità.
Ugo Mulas è il testimone imprescindibile
e le sue opere costituiscono
un patrimonio culturale ed espressivo unico
per conoscere l’anima dei maestri dell’arte
dal 1954 al 1973.
Sergio Bianco Logogenesi
#Capogrossi #UgoMulas
#SergioBianco #Logogenesi #iCodiciDellaLogogenesi
#LogoDesign #CreazioneLogo #Simbologia #Naming
#BrandProfessionali #DesignDiEccellenza #IdentitàVisiva
#BrandingStrategico #GraphicDesign #BrandIdentity
#DesignEsclusivo #Simbologia #BrandingDiEccellenza
#LogoDiPrestigio #ElevataQualitàCreativa #BrandStrategy
#DesignInnovativo #BrandUnico #LogoDiSuccesso
#BrandLeadership #DesignEsclusivo #EvoluzionediImpresa
#BrandingOlistico
Muoversi tra le pieghe della realtà e cogliere i dettagli nascosti che svelano l’essenza.
la lettura di un opera è sempre aperta e si rinnova ad ogni sguardo
saper leggere i codici nel dialogo fra artisti è un’altra apertura
un dono che ti contraddistingue è di saper aprire il dialogo a chi non lo decifra con la tua precisione e
questa lettura dei due maestri mi ha aiutata a trovare le radici dei segni