Piani scordati e piani indimenticabili
Se hai un pianoforte,
suggerisco che sia sempre accordato,
al massimo delle sue possibilità.
Dling dlong…
Suonano alla porta.
Chi è?
Sono Lang Lang.
Lang Lang, il famoso pianista, classe 1982?
Si.
Il maestro risponde con nota affermativa
e naturalmente lo invito a entrare.
Lang Lang indossa
la maglietta di Tom e Jerry in tregua:
Tom che suona il piano mentre Jerry ascolta.
È proprio Lui!
Entra e punta dritto sul pianoforte.
Scopre la tastiera
e parte con una performance memorabile
come quella improvvisata nel 2011,
prima del Pacific Symphony Concert.
Gli offro una spremuta di arance,
Il Maestro ringrazia,
fa un inchino gentile
e prosegue il suo viaggio.
Tutto in armonia.
Immaginate che figura,
dinnanzi a Lang Lang in persona,
se il piano
non fosse stato accordato alla perfezione.
Gli oggetti hanno un’anima
e vibrano silenziosamente
nel pieno della loro efficienza
se sono meccanicamente perfetti.
pronti a riverberare luce.
Stessa cosa accade nel quotidiano,
con il tempio del corpo,
luogo sacro e inviolabile
che è opportuno tenere sempre accordato
per ogni evento in arrivo,
nel bene e nel male.
Il quadro che ho dipinto nell’anno 2002,
si intitiola Piani scordati e piani indimenticabili.
È un quadro al naturale, base cm 140,
della stessa misura di una tastiera vera.
Nel dipinto, ho immaginato un prigioniero
con pelle di colore Pantone 478
che entra in una stanza in manette.
Nella stanza c’è un pianoforte.
Lui scopre la tastiera
e inizia a suonare come può…
Un tasto con un dito,
poi un altro tasto, poi un accordo
e poi le mani si scatenano,
le manette si trasformano
e diventano ruote di biciclette
che volano nell’aria.
Riguardo al dominio dei simboli
il protagonista di questo articolo
non è Lang Lang,
che ho scritturato come metafora,
e neanche il quadro.
Il protagonista è il cerchio:
il duplice cerchio
che rappresenta,
grazie alla potenza espressiva dei simboli,
la forza scatenante
della libertà interiore.
Dling dlang….
Chi sarà a quest’ora?