L’origine della luce da Piero della Francesca al logo Eldor.
La leggenda della Vera Croce
è un ciclo di affreschi
e tecnica mista su muro
dipinti tra il 1452 e il 1466
da Piero della Francesca,
subentrato nell’esecuzione dell’opera
al pittore fiorentino Bicci di Lorenzo,
L’opera, inamovibile,
è custodita ad Arezzo,
nella Chiesa di San Francesco.
I dodici affreschi
sono disposti su tre livelli,
sei nella parete di fondo
e sei nelle due pareti laterali.
È un’opera simmetrica,
in perfetto equilibrio
prospettico e compositivo.
Al centro risalta la luce,
fonte naturale che scaturisce
dalla finestra centrale della chiesa,
una finestra di grazia raffinata,
alta e sottile
con doppio arco a sesto acuto.
Piero della Francesca
elegge la trasparenza
di questa luce reale
per illuminare,
a sinistra e a destra,
i personaggi
e la dinamica della scena.
Iniziamo dalla parte centrale superiore.
“I due profeti”,
l’uno a sinistra
e l’altro a destra della finestra
si stagliano illuminati e ammantati
da un’aura solenne di autorevolezza.
Scendendo con lo sguardo,
troviamo “il sogno di Costantino”,
il primo notturno
nella storia della pittura italiana.
La luce del dipinto
calda e intensa,
è in perfetta armonia
con l’origine della luce esterna.
Luce che accompagna ed unisce
tutti gli affreschi dell’opera:
“l’Annunciazione”,
“il supplizio dell’ebreo”,
“il trasporto del sacro legno,”
“l’esaltazione della croce,”
“la morte di Adamo,”
“il ritrovamento delle tre croci
e la verifica della vera croce,”
“l’adorazione del sacro legno
e incontro di Salomone
con la Regina di Saba,”
“la Battaglia di Eraclio e Cosroe,”
“la Vittoria di Costantino su Massenzio.”
I profeti, il sogno e l’intera opera
sono quindi permeati
dalla stessa fonte di luce
che abbraccia e connette
soggetti così diversi.
Una luce che, inoltre, lascia immaginare
imprevisti naturali affascinanti:
come sarà la Leggenda della Vera Croce
nei lampi di un temporale?
Andiamo al cinema.
Una delle scene memorabile del film
“il paziente inglese”
è girata proprio
nella chiesa di San Francesco, ad Arezzo,
ai tempi della seconda guerra mondiale.
I due protagonisti entrano
nella penombra della Chiesa.
Aria di sorpresa in arrivo.
Lui assicura Lei a un’imbragatura
rudimentale ma affidabile
e le accende una torcia
da tenere in mano.
Poi si arrampica su sacchi di sabbia
e, tirando una corda
legata ad una carrucola,
la fa volare in alto come per magia.
Lei infrange in senso ampio la gravità,
la gravità fisica,
la gravità della guerra
e del dolore quotidiano
ed esplora da vicino gli affreschi
volteggiando all’interno della Chiesa.
Scena indimenticabile:
occhi negli occhi,
fiato sospeso.
La luce artificiale
rischiara il volto
dell’attrice Juliette Binoche
alternandola ai volti dipinti ad arte,
tanti anni prima ma ugualmente vivi.
La luce del film
non era la prescelta dall’artista Piero
ma, in questo caso, poco importa.
Le regole si creano per infrangerle,
per abbracciare l’eccezione
e l’emozione.
E ora parliamo della luce
presente all’interno di un Simbolo.
Il Simbolo creato
in virtù dei codici della Logogenesi,
per Eldor Corporation.
Il Simbolo è un quadrato
al centro del quale si staglia
la mandorla sacra.
La linea centrale del Simbolo
corrisponde
alla linea mediana della mandorla
che risalta nel contrasto di luce.
Nella versione positiva,
la luce che rischiara idealmente il Simbolo,
proviene da sinistra.
È una luce che accende la mandorla sacra
e accompagna e orienta il vettore unico
che procede, in virtù di questa chiarezza,
da sinistra verso destra ,
direzione del futuro.
Oggi ho parlato di un artista del passato,
dell’attenzione verso la luce
che ha determinato
la creazione di un capolavoro.
Ho parlato del potere del cinema e dell’arte
di insegnare e di risvegliare
grazie all’emozione.
Ho parlato poi
del Simbolo di un’Impresa contemporanea.
Mi piace pensare che,
in ogni epoca e in ogni dimensione,
il valore sia sempre determinato dall’Amore
con cui quotidianamente si opera
e dalla impercettibile
e preziosa Attenzione
verso la bellezza
e verso la luce.
Sergio Bianco #logogenesi
Hai saputo tessere con maestria il legame tra passato e presente, tra pittura e cinema, tra simbologia e innovazione. La tua riflessione sulla luce, elemento pittorico, naturale e di conoscenza, è profondo e illuminante.