Scritti di Sergio Bianco nel dominio dei Simboli.

Naming Samurai. La katana versatile che ripara l’i-phone.

 

samurai-naming

 

Enzo e Giovanni Lotti sono fratelli,
rappresentanti di commercio.
Un giorno, a Milano, incontrano il signor Tanaka,
esportatore di legname del Giappone.
Tanaka vorrebbe introdurre in Italia
la betulla Hokkaido,
un legno pregiato, chiaro, compatto
e di ottima resistenza.
Sì! Ma per farne cosa?

Chissa come è venuta l’idea,
ai due intraprendenti fratelli…
Mi piace pensare che sia venuta a tavola,
magari grazie a un pezzetto di cibo
rimasto incastrato tra gli incisivi.
Oppure al cinema,
dopo aver visto il film “I sette samurai”
di Akiro Kurosawa, uscito nel 1954.
Oppure le due cose all’unisono.
Vanno insieme al cinema a vedere “i sette samurai“,
poi, a cena, si incastra il pezzetto fatale
e per via del potere sincronico
che anima il Metodo Logogenesi
nasce la grande idea:
“Faremo stuzzicadenti
e li chiameremo SAMURAI!”

Detto e fatto.

Nel 1965, a Mantova, nasce SIS, oggi SISMA,
impresa italiana dei fratelli Lotti,
creatrice degli stuzzicadenti Samurai.

Idea stuzzicante, anzi, geniale.
Nel Giappone feudale,
i Samurai coniugano l’arte della guerra
con la filosofia zen
nobilitando ogni loro azione,
anche il più semplice gesto quotidiano.

In senso ampio lo stuzzicadenti,
viene quindi nobilitato
grazie alla scelta della materia prima
e all’ aura gloriosa che il Nome trasmette.

Nella confezione SAMURAI
appare, in carattere maiuscolo,
una parola chiave che si rileverà profetica:
VERSATILITA’.

Ebbene, ieri sera,
allo scoccare della mezzanotte,
ho impugnato la katana dei Lotti,
la mitica spada dei Samurai mantovani
e sono uscito vincitore
da un combattimento con il mio i-phone.
Si era verificata una sfida da risolvere
con l’alimentatore e avevo la batteria al minimo.
Il problema non era nel cavetto
ma nel punto in cui si innesta il cavetto stesso.
Allora ho spento il telefono,
ho sezionato a metà la katana del Samurai
forgiando uno strumento
ancora più sottile e raffinato.
Quindi, guardando il buco illuminato
con un lentino contafili da cromista,
operando con cura, ho iniziato a estrarre,
microscopici pelucchi
fino a far uscire una piccola matassa di polvere.
Poi ho provato a inserire il cavetto
e tutto funzionava a meraviglia.

L’articolo di oggi
ha quindi una duplice funzione.
Due
Suggerire un rimedio pratico ed efficace,
a costo vicino allo zero,
in caso di mancanza di contatto energetico
tra cellulare e alimentatore.
Uno.
Rendere omaggio a Enzo e Giovanni Lotti,
impresa italiana con un Naming impeccabile
e con un prodotto VERSATILE
oltre ogni immaginazione.

Sergio Bianco. Logogenesi

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *