Il Barone Rosso e la costruzione scientifica del sogno
Prima di lui
i cantanti restavano composti sull’attenti.
Ma quella sera, sul palco di Sanremo,
il pubblico presente
e milioni di spettatori a casa
assistono ad una coerente rivoluzione:
cantando nel blu dipinto di blu
Domenico Modugno allarga le braccia
e con lui l’Italia intera.
Indimenticabile.
Indimenticabile
come l’inizio del film Il barone rosso.
Lui è un ragazzino
e prende di mira un cervo col suo fucile.
Lo punta con calma ma non spara.
Sente un suono nell’aria.
Abbandona il fucile
e corre nella foresta verso il suo cavallo,
sale in groppa
e inizia a galoppare tra gli alberi
guardando il cielo
che si intravede, a tratti, tra le foglie.
Poi sbuca in una radura
e finalmente vede l’aereo.
Allarga le braccia
e continua a cavalcare a briglia sciolta,
al rallentatore,
con le braccia aperte distese
e gli occhi rivolti al cielo.
Domenico Modugno e il Barone rosso,
due modi diversi di volare
senza che ci sia materia,
senza che ci sia il mezzo reale per farlo.
Mi piace pensare
che tutto questo abbia un nome
e uno spirito visionario e pragmatico
presente nel metodo Logogenesi.
Io lo dipingo e lo chiamo così:
“costruzione scientifica del sogno”
Sergio Bianco #logogenesi
L’essenza della libertà creativa e dell’ispirazione colte al volo.