Luce e buio. Incontro con Bruno Munari.
Lo racconto al presente
come un ricordo vivo.
Nello scorso millennio,
e precisamente nel 1996,
prendo in mano
l’elenco del telefono di Milano
e cerco il numero di Bruno Munari.
Decido di chiamarlo
perchè volevo luce su alcune cose.
Bruno Munari si rivela molto gentile
e, pur non conoscendomi,
mi da appuntamento a casa sua
quindici giorni dopo.
Allora faccio un salto in libreria
e compro tutti i suoi libri,
almeno quelli che erano disponibili,
da aggiungere a ” Codice ovvio“.
Come ovvio, me li leggo tutti
prima del memorabile incontro.
Nella mia visione, infatti,
se vuoi conoscere di persona qualcuno,
il minimo che tu possa fare
è conoscere la sua opera,
aver letto i suoi libri
e quindi il suo pensiero.
Così ci incontriamo nella sua casa di Milano,
mi dedica un’ora del suo tempo
e da risposta alle mie domande.
Nel salutarci, Bruno Munari
mi regala un piccolo libro
intitolato “occhio alla luce”,
da lui ideato per Osram.
Un libretto giallo fluorescente
formato mm.85×130
rischiarato, nelle pagine interne,
da spot luminosi
e da brevi frasi connesse alla luce.
Ecco alcuni esempi:
I vegetali mangiano la luce del sole
e bevono la pioggia…
L’idea luminosa venne subito copiata
e l’entusiasmo si spense…
La corrente del fiume si fermò
e fu buio in tutto il paese.
Conobbi una lucciola
che viveva clandestinamente in una lanterna…
e così via, con altre luminose saggezze
alternate a verità disarmanti.
Al ritorno,
nel grigio della metropolitana,
tenevo il libretto giallo in mano
e leggevo.
Mi sembrava che tutti gli sguardi
si concentrassero lì,
in quelle pagine fluorescenti.
Sentivo le persone intorno a me
magicamente attratte
da quella fonte di energia pura.
Il sole in metropolitana.
A volte immagini che certe persone
siano irraggiungibili
ma la realtà dimostra il contrario
e infrange le barriere dell’improbabile:
volevo luce
e sono stato accontentato.
Grazie.
Concludo con una ricarica di energia,
un messaggio per i più giovani
affinché si mantengano sempre curiosi,
positivi, intraprendenti,
ricchi di coraggio e iniziativa.
Tra luce e buio vince sempre la luce
per un motivo semplice:
Dove c’è buio la luce può entrare
mentre dove c’è luce il buio non entra.
Oggi il libro è qui con me.
Insieme a mille altri libri d’arte
di ogni epoca e stile,
risalta un rettangolo mm 5 x130,
il dorso giallo luminoso
che mi ricorda
una piccola/grande conquista
e l’incontro vivo con una persona unica.
“Tra luce e buio vince sempre la luce ….”
aggiungo un mio punto di vista.
Nessuna battaglia fra i due, sono due complici a teatro. Vivono grazie alla loro unione, anche se si presentano separati.
Tutto è stato scritto su di loro, ma a mio giudizio, essi convivono in un insieme per farci fare l’esperienza della separazione che di fatto non esiste.
Vince …. chi comprende ció
Ovvio, dal latino obvius significa “che va incontro”.
Si! Allora lo scriviamo così, con le v che si incontrano: o > < i o. oppure che vanno verso il futuro o > > i o