Leonardo. Impresa fondata nel 1452 con sede a Vinci.
Leonardo
è un’Impresa individuale artigiana,
fondata nel 1452, con sede a Vinci.
Leonardo opera nel dominio
della scienza, della medicina,
della pittura, della scultura
dell’ingegneria ad uso civile e,
purtroppo, ad uso bellico.
I collaboratori di Leonardo
(non risultano dipendenti fissi
ma volanti)
hanno una duplice funzione:
collaudare i prototipi di macchine volanti
e, dopo i primi atterraggi maldestri,
essere sezionati
per gli studi di anatomia.
Donna Giuntina,
nome fantasioso della domestica
incaricata di rassettare
lo studio di Leonardo,
intervistata al fiume,
sito radiofonico
in cui si lavano anche i panni,
descrive, in esclusiva,
invenzioni incredibili.
Fa scalpore,
mentre insapona e risciacqua,
il racconto di Giuntina
sui disegni sbirciati
di una grande sottana volante
che scende dal cielo:
il paracadute progettato da Leonardo
grazie a una visione
olistica d’avanguardia.
Leonardo mantiene l’impronta
di un’Impresa artigiana pura.
È ben più di un artigiano bifronte.
Il suo ingegno
lo porta al centro dell’attenzione
e lo consacra al centro del mondo.
Nel 1503, Leonardo compie un gesto semplice:
prende in mano una tavoletta di pioppo
formato cm 53×77, spessore mm 13.
“Perché 13 millimetri?”
Semplice.
12 è troppo sottile, 14 è troppo spessa.
Leonardo gira la tavola di pioppo
da una parte e dall’altra
e poi sceglie il verso poetico:
decide con estrema cura,
in virtù delle venature,
il davanti e il dietro.
Da quella tavoletta di pioppo
prende vita la Gioconda.
Leonardo respira accando a Lei
e la porta con sè nei suoi viaggi,
modificando il dipinto più e più volte.
Sovrani e uomini di potere
lo contattano per scopi vari
e Leonardo, insieme a Monnalisa,
viaggia oltre l’attuale Toscana.
Al cospetto dei potenti,
Leonardo mostra con orgoglio quel ritratto
estraendolo dalla bisaccia:
“Io sono un pittore”, esclama.
I potenti guardano la Gioconda
e, con un sorrisetto speculare rispondono:
“Interessante,
progettami una balestra gigante
e/o un carro armato
e/o una macchina da guerra
in grado di annientare i nemici.”
Nel 1517, il Re di Francia,
Francesco I di Valois
compra la Gioconda
direttamente da Leonardo
per 4000 ducati d’oro.
Inoltre il Re conferisce a Leonardo,
titolare di impresa artigiana
fondata nel 1452 con sede a Vinci,
la nomina di primo pittore, architetto
e ingegnere di Corte.
Incuriosisce il fatto
che il marito della Gioconda,
che definirei, più che mai, “il Giocondo”,
dopo aver ordinato
il ritratto di Monnalisa,
si faccia sfuggire
tale capolavoro del genio italiano
che viene consegnato legalmente alla Francia
diventando, così come è ora,
la punta di diamante del Louvre.
Milioni di visitatori si recano infatti a Parigi
per vedere quella tavola di pioppo
sulla quale, sottolineo ancora,
Leonardo da Vinci ha respirato.
Uno dei sensi dell’articolo è questo:
occorre riconoscere, in vita,
il genio che fiorisce.
Liberarne le potenzialità, coltivarlo
senza porre ostacoli e freni.
È bene conferire valore all’impresa
di piccole, medie e grandi dimensioni.
Occorre investire nella cultura, nell’ingegno,
nella Natura e nelle meraviglie del territorio.
La mamma di Leonardo è una contadina
che ha dato buoni frutti.
La Bottega del Verrocchio ha fatto il resto.
Occorre investire nel Simbolo
creato in virtù dei codici della Logogenesi
poiché esso racchiude
Visione e Valori concentrati nel segno unico.
Sergio Bianco, #logogenesi.