Le tre morti e l’illusione di eternità del Simbolo
Nella filosofia Yin Yang
le forze contrapposte si bilanciano
entro un cerchio perfettamente equilibrato.
Positivo e negativo, denso e fluido,
alto e basso, prima e dopo, vita e morte
si compenetrano nello stesso simbolo.
La vita, nel suo estremo confine,
è mortale.
Poiché la vita è un miracolo
unico e irripetibile, anche la morte
dovrebbe essere considerata tale.
Invece,
ammettere questo miracolo
risulta difficile, soprattutto,
quando il fenomeno della morte
tocca la nostra sfera,
il nostro essere, i nostri cari.
Nella mia visione,
esistono tre tipi di morte:
la morte che tradisce,
la morte che rigenera
e la morte che trasforma.
La morte che tradisce
non rispetta la gerarchia temporale.
È il figlio che scompare
dall’affetto dei genitori,
è l’incidente
che ti taglia la strada all’improvviso,
è la malattia fulminante
che non concede scampo e tempo
alla tua leggenda personale,
è la saetta a ciel sereno
che spezza l’albero maestro
quando meno te lo aspetti.
La morte che rigenera
segue il ciclo della natura.
È il Nonno che ti ha insegnato ad andare in bici
e che ora ti insegna,
con la sua assenza,
un nuovo modo di essere vicino,
sempre con te.
Il mestiere del giardiniere
comprende la spietatezza amorevole.
Il giardiniere decreta vita e morte
in base ad un suo personale concetto
di bellezza e giustizia.
Il giardino, in senso ampio,
è il nostro corpo,
il nostro templio,
la famiglia,
il mestiere scelto,
la nostra comunità,
lo stato libero,
il nostro mondo,
il nostro universo.
Per il bene del giardino,
i rovi e le erbacce vengono estirpati.
Larve, parassiti e animali indesiderati
vengono allontanati o neutralizzati.
Nella terra dello stato libero
amo coltivare i gerani.
Quando l’energia dei singoli fiori decresce,
è necessario spezzare con le mani
il gambo di quel fiore,
alla base della biforcazione.
In questo modo, la pianta si rigenera
e crea nuove e preziose gemme.
E qui entra in scena
il vaso più importante del giardino,
il vaso comunicante,
il vaso dal valore assoluto.
I petali dei fiori recisi
vengono raccolti in quella ciotola di terracotta
di forma circolare
e aperta verso il cielo, la pioggia, le stelle.
I fiori recisi uniscono i colori
in un mosaico impressionista.
Poi i colori si smorzano
come pastelli nel mortaio del tempo.
E infine ciò che rimane è terra,
concime per i fiori che verranno.
In questo senso la morte rigenera.
Il terzo significato della morte
è la trasformazione,
la capacità di andare oltre la morte stessa
e di mantenere presente
l’essenza della persona amata.
Amore significa a-mors,
assenza di morte.
La morte che trasforma
ha quindi il potere di cambiare
anche quelli che restano
poiché bianco e nero,
come scritto in principio,
si compenetrano nello stesso segno.
Il cambio avviene
in un lungo e doloroso arco di tempo
oppure entro un periodo più breve.
In ogni caso il passaggio,
lo scatto di trasformazione,
avviene sempre in un arco-baleno di luce.
L’essenza della persona amata
rimane viva in eterno.
Per questa sacrosanta ragione
ho scelto di creare Simboli
in virtù dei codici della Logogenesi.
È questa la mia missione,
la mia leggenda personale
a favore della quale,
come è scritto nell’Alchimista,
l’universo cospira.
Con amore, conoscenza e metodo,
sono consapevole di poter unire
la linea orizzontale della materia,
il mestiere quotidiano
con la linea verticale dello spirito.
Mi illudo perfino, in questo modo,
di creare un frammento di eternità
che superi i tre livelli di morte
di cui ho parlato.
Per questa ragione il libro Logogenesi
(se non l’avete fatto,
prima che sia troppo tardi, leggetelo)
si apre con la doppia pagina di un cielo stellato
e con questo memorabile incipit.
Come può l’Uno
confrontarsi con l’Universo?
Come può l’individuo
fare parte della coscienza collettiva?
Come può la singola Impresa
influire in modo benefico
sul presente e sul futuro?
È il privilegio riservato alle stelle:
risplendere oltre il limite
della propria esistenza.
Esse giocano con la velocità della luce
e sembrano suggerire ai visionari
il modo per conquistare questa Fortuna.
Lasciate il Segno.
Sergio Bianco #logogenesi
La morte non è la fine ma il seme della trasformazione.