Un laboratorio di orologeria. La clessidra rivelatrice.
Siamo ad Alessandria nell’anno 1994.
C’è una base ottagonale di cemento,
cuore di un edificio
internamente da ristrutturare.
Su questo ottagono rialzato,
cosparso di minuti calcinacci,
siamo seduti in terra
io e Valter Franco Ricci.
Valter mi racconta
come diventerà il suo Laboratorio:
un laboratorio di orologeria
che non ammetta i decimi
e neanche i secondi,
naturalmente.
Valter non è propriamente un architetto
eppure non ho mai ascoltato
una descrizione più dettagliata di un locale
che, in quell’istante,
esisteva solo nei muri maestri
e nella mente di un visionario.
“Le colonne di ferro sagomate
le realizziamo
unendo 8 tondini di ferro a vista.
Colore del ferro abbinato a colori caldi
come le maison parigine.
Ottimizzazione degli spazi di lavoro.
Punti luce.
Tessuti provenzali e vetri di Murano.
Ferro e colore, rigido e morbido.
Arte senza tempo.
Presente e contemporaneo: ora.
Vetrine minimaliste e impenetrabili.
Piccolo e grande.
Impeccabile.”
E il Marchio?”
Semplice.
Torno a Camogli,
alla fucina dove si forgiano i Simboli
e, dopo il tempo necessario,
ritorno al Laboratorio
e presento la mia idea.
Ecco la motivazione.
Il Simbolo è costituito dalla R
iniziale di Valter Franco Ricci
e da una clessidra.
Essenziali sono le linee
che compongono il primordiale orologio,
costituito in modo opportuno
dalle restanti lettere
che rivelano così
il nome del titolare.
La forma ottagonale
ricorda il numero
dell’equilibrio cosmico
e riprende la struttura architettonica
di base del laboratorio stesso.
Nel momento della presentazione del logo
il locale è quasi finito
ed è come se lo avessi già visto
poichè perfettamente in linea
con le parole ascoltate
qualche settimana prima
su quell’ottagono
cosparso di minuti calcinacci.
Visibilia ex invisibilibus.
Ancora una volta
è il sogno che genera la realtà.
Sergio Bianco #logogenesi