Scritti di Sergio Bianco nel dominio dei Simboli.

La scrittura manuale e l’abilità di premere un tasto

 

scrittura-manuale

 

Una delle mosse più rilevanti
nella vita di Steve Jobs,
è stata la sua decisione
di frequentare un corso di calligrafia.
“Unire i puntini”,
come suggerito dallo stesso Jobs
nel memorabile discorso
all’Università di Stanford,
è l’arte di collegare le esperienze
vissute in diversi settori
mettendo a frutto e innescando
la ricchezza delle affinità elettive.

Senza l’amore di Steve per la calligrafia
non esisterebbero
i sofisticati sistemi di scrittura
presenti nei nostri dispositivi.

Questi sistemi di scrittura
sono comodi mezzi
che permettono di ottenere
risultati impensabili
fino a pochi anni fa.
Un miracolo di tecnologia
utilizzabile da tutti.

Eppure, questi sistemi di scrittura
così semplici e usabili senza fatica,
non sostituiscono l’arte calligrafica
e la conoscenza che essa racchiude.

Consentono infatti di comporre,
con un numero sconfinato di caratteri,
testi ordinati,
con lettere spaziate in modo corretto
per la lettura di un testo corrente.

Quando la parola diventa titolo,
oppure Lettering
(espressione grafica del Nome d’Impresa),
occorre modificare le linee delle lettere
trasformandole in traccia contorno
e, soprattutto, occorre curare manualmente
la distanza tra le lettere stesse
per compensare pieni e vuoti.

Se Giambattista Bodoni in persona
vedesse un testo
scritto al computer in carattere Bodoni,
si metterebbe le mani nei capelli.

Infatti, a seconda delle lettere
che compongono ogni singola parola,
occorre intervenire
con avvicinamenti, sovrapposizioni,
e collegamenti armonici
che solo l’occhio esperto può definire.

Scrivere a mano,
utilizzare la penna, la matita,
il pennello, oppure il rametto raccolto
su una spiaggia solitaria,
genera movimenti artistici
paragonabili alla danza,
classica o contemporanea.
Un rito gestuale.

Nella scrittura
c’è pura connessione
tra movimento fluido della mano
e sinapsi della mente.
Scrivere in corsivo su un foglio
significa far correre la mente
tracciando il filo del discorso
che si dipana sul foglio bianco.

Naturalmente, nel mio caso,
nella creazione del marchio
forgiato con metodo Logogenesi,
utilizzo programmi vettoriali
e di scrittura prendendo il meglio
della tecnologia.
Eppure, amo disegnare
e scrivere con la mia bicchetta magica,
la bic geneticamente modificata,
sul taccuino del viaggiatore,
sulla tovaglia del ristorante sul mare
o dietro lo scontrino della frutta.

E la scuola cosa fa?
Alessandro Magno
aveva Aristotele come Maestro.
E il piccolo Alessandro di oggi
che Maestro ha?

La scuola che non insegna la scrittura
toglie ai bambini una grande gioia,
un divertimento creativo,
percepibile e applicabile
nella vita di tutti i giorni.
La scrittura è un puntino prezioso da unire.

Grazie a una tastiera,
pigiando bottoni senza abilità alcuna,
posso illudermi di suonare il violino
oppure qualsiasi altro strumento.

Ebbene,
eliminare, sminuire
o non insegnare la scrittura
è come eliminare le scuole di musica,
distruggere gli Stradivari,
violini, leggenda e alberi,
adducendo come pretesto
la sterile scusa che,
schiacciando i tasti opportuni,
si potrà ugualmente e senza fatica,
suonare Vivaldi.

La domanda è questa:
ci saranno ancora
le Quattro Stagioni di una volta?

La risposta è in una nota: Si.
Occorre alzarsi presto,
prima del sorgere del sole,
per contemplare alberibelli.

Sergio Bianco, Logogenesi

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