Scritti di Sergio Bianco nel dominio dei Simboli.

La presenza del suono nei quadri di Vermeer

 

Mentre un concerto di cicale
pervade la stanza illuminata dal sole,
apro per caso sincronico un libro di Vermeer
e trovo una pagina pubblicitaria
di alcuni anni fa
(da me ritagliata e inserita proprio lì)
che riproduce e rivisita in modo raffinato
un celebre quadro del maestro di Delft.
Sulla parete di fondo è inserito
un motivo in ceramica firmato IRIS,
La frase che accompagna questa immagine é:
Quale cucina
sarà ancora bella tra duecento anni?

Il quadro in questione è “La lattaia”
dipinta da Vermeer nel 1660.
L’opera pittorica pura
si raffronta con una foto
in cui emerge la cura dei particolari,
la ricerca degli oggetti,
il ritocco digitale di pregevole fattura,
il taglio sartoriale dei vestiti d’epoca
e la scelta di una modella credibile.

Raffrontando le due immagini,
entrambe realizzate in modo impeccabile,
scelgo di concentrarmi su questa differenza.
La donna Iris è silenziosa
e focalizza la sua attenzione
sullo scorrere del latte.
La donna di Vermeer, invece,
presta un’attenzione leggermente inferiore
perché in quel momento,
nella mia visione, sta cantando.
In modo sommesso, Lei canta.

Il sonoro, nei quadri di Vermeer,
è costruito ad arte
dipingendo intorno alla voce
grandi sipari di silenzio.
I sipari appaiono in forma di drappi,
di misteriose carte geografiche
o di pareti spoglie
che si contrappongono a vetrate
da cui filtra la luce.

La consegna di una messaggio
ripiegato in modo da nascondere
il contenuto visibile,
lascia intuire le parole, il labiale esatto
che il maestro cristallizza
in modo memorabile.
Il tutto bilanciato dal silenzio
e dall’attenzione di chi riceve il messaggio.

 

Allo stesso modo la lettura di una missiva,
l’avanzare del soggetto
verso la luce della finestra,
lascia spazio a parole intime,
sussurrate tra sé e sé ma comunque,
nella mia interpretazione,
pronunciate e non solo pensate.

Riguardo al dominio dei simboli
la musicalità e il suono sono presenti
nei marchi creati in virtù dei codici Logogenesi.
Il suono si manifesta
come armonia della composizione,
come alternanza del bianco e del nero
e quindi del silenzio necessario
per far emergere e percepire
i segni sintetici ed espressivi del messaggio.

Esiste una vera e propria formula,
composta da 25 lettere
disposte su 5 righe.
La formula è un palindromo,
ovvero si legge nei due sensi.
SONOS è la parola centrale
che si incrocia in orizzontale e verticale.
SONOS è il suono, la frequenza,
e contemporaneamente
è la presenza consapevole: io sono.
La formula rappresenta
la vibrazione istantanea
del simbolo Logogenesi.

Il libro di Vermeer resta aperto
sul quadro della merlettaia
avvolta nella fantastica bellezza
di una persona assorta.
Qui il silenzio è assoluto
e anche le cicale
hanno smesso di cantare.

Sergio Bianco, Logogenesi

#Vermeer #SergioBianco #Logogenesi #iCodiciDellaLogogenesi
#LogoDesign #CreazioneLogo #Simbologia
#LoghiDiAltaQualità #BrandProfessionali  #DesignDiEccellenza #IdentitàVisiva #BrandingStrategico #GraphicDesign #BrandIdentity #ElevataQualità #DesignPremium #BrandingDiSuccesso #CreativitàRaffinata #LogoPremium #DesignEsclusivo #BrandingPerIlSuccesso  #DesignDiClasse #Simbologia #BrandingDiEccellenza
#LogoDiPrestigio  #ElevataQualitàCreativa #BrandStrategy
#DesignInnovativo #BrandUnico  #LogoDiSuccesso
#BrandLeadership #DesignEsclusivo  #EvoluzionediImpresa #BrandingOlistico

Un pensiero riguardo “La presenza del suono nei quadri di Vermeer”

  1. Nicola Pisani ha detto:

    Nel silenzio si manifesta l’essenza di una melodia sussurrata le cui note sono intese nell’osservazione di Sergio. In questo stato di quiete, l’occhio diviene l’organo dell’ascolto, svelando una pacifica armonia che non può essere udita ma solo compresa visivamente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *