La Motivazione del Marchio e la fragile scusa senza ritorno
La MOTIVAZIONE
è il terzo codice della Logogenesi.
Dopo l’idea e l’originalità
viene proprio Lei, la Motivazione,
ovvero la spiegazione oggettiva
degli elementi che compongono il Logo.
I codici sono come Dei dell’Olimpo
che entrano in campo uno ad uno
per temprare e forgiare il Marchio
facendogli superare prove iniziatiche.
La Motivazione ha solide basi
e trova corrispondenza in fatti storici,
dati scientifici,
calcoli matematici o nessi emotivi
che appartengono alla cultura
e alla coscienza collettiva.
La Motivazione
non è strettamente personale
ma appartiene alla sfera universale.
La Motivazione,
quando l’osservatore la scopre
o quando si manifesta nella sua evidenza,
genera senso di appartenenza, complicità,
poichè la persona che interagisce col Logo
riconosce l’ingegno dell’Impresa
e ne condivide Visione e Valori.
La scusa
ha caratteristiche opposte
rispetto alla Motivazione.
La scusa non possiede virtù.
La scusa è un pattinatore su ghiaccio
alla prima uscita su pista
che porta in bilico su un vassoio
una pila di ninnoli frangibili.
La scusa è quasi comica
nella sua evidente incertezza:
la scusa non sta in piedi.
La scusa si riflette, con le sue contraddizioni,
alla base di quello specchio impietoso
sul quale non riesce ad arrampicarsi
e ad appigliarsi in alcun modo.
Ho letto scuse fragili e insostenibili
che venivano propinate a giustificazione
di marchi progettati in modo maldestro
e approvati senza conoscenza.
Scuse fragili che i giornalisti di turno
hanno accettato senza opporsi
con domande critiche e osservazioni pertinenti.
Imprese ostaggio di marchi depotenzianti
e poi scuse, accuse e scuse senza ritorno.
Sergio Bianco, Logogenesi