La comunità dei campi. Il contratto tra formica e cicala.
Winston Churchill,
l’uomo che ha inventato
un simbolo con due dita,
quando gli proposero
di tagliare i fondi destinati all’Arte
per concentrare ogni risorsa
nel settore bellico, rispose:
“ma allora per quale motivo combattiamo?”
Mi piace pensare cha Arte e Cultura
siano ricchezze da coltivare
come i campi che circondano le fattorie.
Nelle storie popolari,
narrate dai contadini intorno al fuoco,
la formica è laboriosa e previdente
mentre la cicala pensa solo a cantare.
Al sopraggiungere dell’inverno
la formica ha riserve di cibo
mentre la cicala …
La formica è generalmente intesa come gruppo
mentre la cicala, nel vero senso della parola,
è solista.
In linea con la filosofia di Rodari,
quando i miei figli erano piccoli,
raccontavo questa storia in modo diverso.
La cicala canta, fa vibrare il cuore,
trasforma il sol,
in sole caloroso e splendente
e riceve dalle formiche,
che operano in altri campi,
il giusto compenso.
Si tratta di un accordo benefico per tutti.
D’altronde, l’accordo è presente nella musica.
Senza cicala, la formica è senza aura,
è un essere nero,
che si confonde con la sua stessa ombra.
“Ma allora per quale motivo lavoriamo?”
Il motivo, a pensarci bene è anche musica.
La comunità dei campi
ha bisogno di raggi di sole, di acqua,
di sterco di volpe, del ronzio delle api
e della vibrazione del suono,
cicala o vento che sia.
In questo magico equilibrio
occorre allineare amore e conoscenza.
La cicala pavarotta vive alla grande,
con pieno merito.
La cicala stonatella si deve arrangiare
e anche l’arrangiamento fa parte della musica.
Nel gap delle diverse abilità
c’è spazio per tutti, o quasi.
La cicala stecca, non sapendo cantare,
può sempre fare il coach.
Sergio Bianco, Logogenesi