Scritti di Sergio Bianco nel dominio dei Simboli.

Ippocampo. Il maschio partorisce e la femmina danza.

 

ippocampo-occhio-parto-maschile

 

Come è profondo il mare,
cantò Lucio Dalla…

Se è vero che il mare
rappresenta l’inconscio,
l’ippocampo,
detto anche cavalluccio marino,
è il mezzo simbolico per penetrarlo.

Nella mitologia,
l’ippocampo traina il carro di Poseidone,
Dio del mare.

L’ippocampo,
nelle raffigurazioni leggendarie,
è un essere regale
con testa crestata, corpo di cavallo
e coda a spirale.

Nella scienza l’ippocampo
è una sezione del cervello
connessa alla memoria.

Nella natura, l’ippocampo
si àncora, con la coda,
alla vegetazione del fondale
imparando ad essere stabile ed equilibrato
nel flusso spinoso della controcorrente.

L’ippocampo
ha notevoli capacità di mimetismo
e muove in modo indipendente
occhi destro e occhio sinistro
per una percezione del circostante
più attenta.

Nella foto,
come insegna il Metodo Logogenesi,
l’occhio dell’ippocampo
acquista forza e acutezza
nella corrispondenza
con l’incrocio delle diagonali:
il fulcro visivo.

La femmina dell’Ippocampo depone le uova
entro una sacca incubatrice
presente nel corpo del maschio.

Tale sacca cresce visibilmente
nel corso di una anomala maternità-paternità.

Durante la gestazione,
la femmina, ogni mattina,
compie, insieme al suo compagno,
coda nella coda,
una sorta di danza
che li unisce in modo romantico,
senza aver bisogno di nulla in più.

Al momento del parto
(foto tratta dal video di Sandro Notarangelo)
l’ippocampo maschio espelle i piccoli
con una serie di contrazioni.

ippocampo-parto

Da quel momento i neonati sono liberi
e non c’è più nessuna forma di assistenza
da parte dei genitori.

In conclusione, l’ippocampo
è simbolo di una nuova prospettiva,
di collaborazione controcorrente
tra universo maschile e femminile.

Il cavalluccio marino,
a differenza di quasi tutti i pesci,
ha postura verticale,
una sorta di conquista
della posizione eretta.

Mi piace pensare che tale verticalità,
che nella simbologia della croce
rappresenta il divino
contrapposto al terreno,
determini l’evoluzione
del suo comportamento.

Sergio Bianco, Logogenesi

 

 

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