Immagini doppie. La metamorfica di Octavio Ocampo
Il Segreto
è l’undicesimo codice
della Logogenesi.
Il segreto è la chiave nascosta
che genera l’inatteso.
Il segreto, nel Logo,
è la doppia immagine,
l’interpretazione molteplice,
la scrittura capovolgibile,
la costruzione geniale
che rivela la cura e l’attenzione
verso il minimo particolare.
Il bilanciamento e l’armonia
tra le due immagini prescelte,
devono essere naturali,
perfettamente bilanciate,
senza alcuna forzatura
volta a rivelare la prima
o la seconda soluzione visiva.
Su questo equilibrio gentile,
senza prevaricazioni,
si basa la riuscita
tecnica ed emozionale
della doppia immagine
nella simbologia e nella pittura.
L’arte metamorfica
di Octavio Ocampo,
pittore messicano classe 1943,
è completamente immersa
nella ricerca dell’immagine doppia
al punto da farla diventare
un obbligo,
una presenza costante,
quasi un’ossessione
che impregna
molti dei suoi quadri
fino all’eccesso.
Ocampo, parole sue,
invita lo spettatore a giocare.
Il pittore cattura la sua attenzione
su un primo livello visivo
per poi fargli scoprire
un livello completamente diverso,
a volte opposto.
Oggi mi concentro
sull’opera più significativa di Ocampo
che corrisponde anche
alla cover del suo libro.
Il quadro rappresenta
un volo di gabbiani
sullo sfondo di un cielo
dipinto di blu.
Il volo
delinea il viso di una donna
colto con gli occhi socchiusi,
in una espressione intima
profonda, confidenziale e riflessiva.
Il quadro è l’apoteosi
dell’evento sincronico:
non c’è nessuna forzatura.
È Natura allo stato puro.
Il quadro esprime
la libertà del volo,
l’eleganza dei gabbiani
e la bellezza della donna.
Nulla di più e nulla di meno.
Non plus ultra.
Nel quadro visibile a fianco
è ritratta la doppia immagine
di una donna
che si compenetra nei fiori.
In questo caso è il vento il regista
che determina il risultato magico
della scena finale.
Vento che agisce su soggetti fissi,
radicati al suolo.
Nel caso della donna-gabbiano
invece,
il caso sincronico
è un allineamento
ben più difficile da cogliere.
È la somma di aperture alari,
prospettive di volo,
vicinanza e lontananza
lentezza e velocità,
prede avvistate nel mare,
briciola di pane sulla spiaggia.
Un secondo prima
o un secondo dopo,
questo capolavoro
si dissolve nell’aria
e diventa un semplice volo.
Per questo motivo Ocampo,
nella mia visione,
racchiude in questa singola opera
e in poche altre,
l’essenza della sua ricerca paziente
protratta in una vita di lavoro
seguendo la direzione unica
della sua naturale inclinazione,
la missione personale della sua vita.
Sergio Bianco, Logogenesi