Scritti di Sergio Bianco nel dominio dei Simboli.

Il teorema della guerra nel triangolo di Rousseau

 

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La cavalcata della discordia
è un quadro dipinto da Henri Rousseau
nell’anno 1894.
L’opera è esposta a Parigi,
al Musée d’Orsay.
Il quadro misura cm 195 x 114.
In totale, la tela ha un’area di 22230 cmq.

La guerra,
nella rappresentazione di Rousseau,
è vestita di bianco
e ha capelli irsuti.
È sovrapposta a un cavallo nero
spronato al galoppo.
La guerra, in realtà, non cavalca il destriero,
non ha intesa con l’animale,
entrambi corrono staccati tra loro
e staccati da Terra.

La guerra impugna una torcia fumosa
che non illumina
e una spada sguainata.
Intorno a Lei,  rami spezzati,
alberi secchi che dividono il cielo terso
e corpi senza vita, preda dei corvi.

Nella parte inferiore del quadro,
in posizione quasi centrale,
si staglia un triangolo rettangolo.
Il triangolo risalta
tra le gambe di una vittima riversa
che generano un’ampia cornice scura.

Facendo una proporzione imprecisa,
i cateti del triangolo
misurano circa cm 6,8 x4,1.
Di conseguenza, il triangolo rettangolo
presente nella tela originale
ha un’area di circa 14 centimetri quadri:
una superficie esigua
rispetto alla misura totale dell’opera.

Ebbene, mi piace pensare
che quel triangolo,
composto da segni essenziali,
racchiuda il senso del quadro
e il non senso, solo apparente, della guerra.

Nella mia visione, infatti,
la guerra è freddo calcolo:
un calcolo geometrico di profitto
mimetizzato da eventi emotivi.

Nel triangolo di Rousseau
si staglia un occhio chiuso.
Sopra l’occhio c’è un foro insanguinato.
Il sangue cola in verticale,
oltrepassa la linea del sopracciglio
incurvata nel senso della tristezza
e interseca la linea orizzontale dell’occhio
generando una croce depotenziata:
non c’è unione, infatti,
tra materia e spirito.
La materia è un occhio spento
e lo spirito è sangue che cola.
Il punto rosso
che evoca la saggezza del terzo occhio
paradossalmente
diventa il centro del bersaglio
che, colpito, causa la fine dell’esistenza.

La cavalcata della discordia,
nella mia visione,
esplode nel suo frastuono pittorico
di 22230 cmq e trova,
in quel triangolorettangolo
di 14 centimetri quadri,
l’area di silenzio,
la scatola nera,
la dimostrazione del teorema.
Il triangolo di Rousseau
racchiude il calcolato interesse
che si manifesta
dai tempi della guerra del fuoco
fino ai nostri giorni.

Sergio Bianco, Logogenesi

 

 

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