Il possesso palla e l’arte di ascoltare.

Nell’arco dei 90 minuti regolamentari
di una partita di calcio,
il possesso palla misura, in minuti,
l’iniziativa temporale di gioco
delle due squadre in campo.
Il possesso palla 45 versus 45 minuti,
ad esempio,
riflette una partita perfettamente equilibrata.

Diversamente,
il possesso palla 2 versus 88 minuti,
indica una partita dominata
dalla squadra ospite,
anche se questo primato
non garantisce la vittoria finale.

Cambiamo campo.

Nella conversazione a due,
e nei rapporti interpersonali,
esiste un ideale “possesso palla“,
ovvero il tempo di prevalenza discorsiva
occupato dai rispettivi interlocutori.

Questo si manifesta in una telefonata,
in una discussione,
in qualsiasi confronto dialettico
reale o virtuale.

Il possesso palla, inteso come dialogo,
può essere gestito in modo intelligente,
ascoltando con attenzione
e rispondendo di conseguenza.

Ascoltare significa comprendere le idee degli altri
senza opporsi, fin dal principio
con indisponenti “Si, però…“

Nel corso di qualsiasi trattativa,
ha più possibilità di vincere
chi parla per ultimo
e, soprattutto,
chi ascolta la persona che ha di fronte.
Vince, quindi,
chi utilizza meno tempo nel parlare
e più tempo nel sentire
abbracciando la sfera sensoriale e intuitiva
oltre che razionale.

Quando Logogenesi
giunge nel cuore dell’Impresa
si rivolge alla persona,
al condottiero, al visionario.

Il Marchio, creato in virtù
dei codici della Logogenesi,
ha origine da un intenso dialogo.
L’arte di ascoltare
costruisce un ponte di reciproca fiducia
sul quale passano  informazioni
emozioni, piani strategici.

Si stabilisce così
un profondo equilibrio armonico
basato su domande precise e opportune
e sulla capacità di decodificare le risposte
che non sono sempre lineari.

L’introduzione della mia prima brochure
sulla creazione del marchio d’Impresa
culmina con questa promessa
che ho sempre mantenuto:

“Svelatemi pertanto
Visione, Valori, Progetti e Sogni
ma, soprattutto,
mostratemi lo spirito dell’impresa:
lo tradurrò in un segno.”

Sergio Bianco, Logogenesi