Il Logo si forgia in bianco e nero con programmi vettoriali.
Il Logo si forgia in bianco e nero
con programmi vettoriali,
in modo che il tratto nero pieno
si stagli sul bianco,
senza sfumature depotenzianti.
In questo modo
si ottiene la chiarezza,
la perfetta riconoscibilità
e la totale riproducibilità del segno.
Nel processo realizzativo del Logo,
si definiscono e si calibrano a video
gli spessori e le campiture
prendendo in esame,
contemporaneamente,
miniature e grandi formati
per valutarne la resa.
Solo un paziente lavoro
di ricerca, esclusione e scelta,
porta alla certezza
di un risultato unico.
Il bianco e nero è un’Arte.
Definire, ad esempio, la zebra
un animale a strisce bianche e nere,
significa sminuire il capolavoro.
Dalle zampe al corpo centrale,
dal collo alla criniera,
si assiste al mirabile passaggio
e al progressivo adattamento
tra linee orizzontali e verticali,
fino a creare la perfetta armonia.
Torniamo al Logo.
Al termine degli schizzi
e delle elaborazioni spontanee
disegnate in piena libertà,
nel momento della definizione simbolica,
si passa alla costruzione
della tracccia vettoriale del Logo
che ne consente la perfetta resa
nelle piccole e grandi dimensioni.
L’originale vettoriale del logo,
si ottiene con una traccia-contorno
composta da linee matematiche
e dal relativo riempimento
senza sfumature depotenzianti.
Il file vettoriale ai.
oppure vettoriale pdf.
è quindi l’estensione perfetta
per lo stampatore
e per ogni lavorazione successiva,
dal biglietto da visita all’insegna,
fino alle costruzioni in 3D.
Il file vettoriale,
salvato successivamente con estensioni autocad,
permette di realizzare,
con macchine a controllo numerico,
versioni tridimensionali del simbolo
utilizzando i materiali più adatti:
acciaio, legno, marmo,
pietra, ferro…
Pensare al simbolo tridimensionale
prima di concepire il simbolo piano
non rientra nel Metodo Logogenesi.
Apriamo ora una finestra
sulla stampa offset
per capire una differenza importante.
Nella stampa in quadricromia,
l’immagine a colori
è resa con una serie di punti.
I quattro colori di stampa CMYK
(cyan, magenta, yellow e nero)
hanno la grandezza, la percentuale
e l’intensità di retino
che consente di ottenere
l’effetto fotografico voluto.
Aprendo qualsiasi libro,
stampato in litografia,
e osservando le foto
con un lentino a forte ingrandimento,
si scopre questa particolarità.
Rimpicciolendo la foto
i punti del retino “si chiudono e si impastano”
con esito negativo.
Invece, ingrandendo la foto,
i punti del retino
diventano sempre più grandi e visibili
e indeboliscono l’immagine
con un effetto sgranato disturbante.
Stessa cosa accade
salvando un’immagine o un Logo
in formato jpg.
Nel formato naturale
la definizione di stampa deve essere 300 dpi.
Ingrandendo il jpg oltre tale misura
l’immagine diventa, automaticamente,
poco definita.
Il file vettoriale,
perfetto nel micro e nel macrocosmo,
è quindi
il modo corretto di disegnare il Logo
e di diffonderlo ai fornitori
per preservare la perfetta resa del Logo stesso
in tutti gli aspetti della comunicazione.
Sergio Bianco #logogenesi
Un processo creativo illuminante che mostra un approccio metodico e attento ai dettagli, fondamentale per ottenere un risultato unico e di assoluta qualità.