Il labirinto. Elogio della visione dall’alto.
Nella prospettiva dall’alto,
il labirinto appare come Simbolo
e rivela la profonda differenza
tra visione olistica
e sguardo lineare.
Il Simbolo del Labirinto,
ovvero la sua visione dall’alto,
è una spirale ipnotica
ricca di fascino e mistero.
Diversamente,
il labirinto vero è un incubo.
Senza la visione “dronica”,
il labirinto vissuto si presenta
nella sua progressiva
e inquietante realtà:
un bivio angosciante,
un muro invalicabile,
un varco visto mille volte,
un vicolo cieco…
La visione dall’alto
svela l’ingegno dell’intreccio:
è la mappa
che orienta verso la libertà.
Nel film “L’attimo fuggente”
Robin Williams,
insegnante rivoluzionario
in un college conservatore,
invita i propri allievi
a salire con i piedi sul banco.
Non è un gesto di protesta
ma un modo di vedere la vita
da una prospettiva nuova.
Osservare e contemplare dall’alto
è la visione olistica
contrapposta allo vista lineare
di chi guarda senza prospettive ampie.
Il Metodo Logogenesi
progetta simboli “dall’alto”,
con la stessa visione eterna
che avevano gli antichi romani
quando costruivano una strada,
un acquedotto, un templio.
Ogni opera era concepita
per durare oltre la vita.
La visione dall’alto
consente di accordare
i dodici codici della Logogenesi
fino a forgiare il segno unico.
Un segno originale
connesso ad una idea motivata.
Un segno chiaro,
sintetico,
riproducibile,
coerente,
in armonia con i canoni estetici
della bellezza,
con la dimensione aurea
e con i rapporti numerici
della matematica.
Un segno che racchiuda
il segreto dell’ingegno
e che sia in grado
di suscitare emozione
e di vivere,
con l’arte del racconto
oltre i confini
della limitata esistenza.
Sergio Bianco #logogenesi