Il bottone di Domenico Gnoli per filo e per segno
Nell’arte della vela,
esiste una tecnica
per avvolgere le cime
in modo visivamente impeccabile
e praticamente utile.
In questo modo,
nei momenti di necessità,
la cima si libera al volo
e può essere utilizzata
prontamente.
Non è opportuno, infatti,
cimentarsi a sbrogliare matasse
quando il mare è in tempesta.
Sembra che Domenico Gnoli
(Roma 1933 – NewYork 1970)
abbia conosciuto perfettamente
queste tecniche da lupo di mare.
Lo ha dimostrato
nei tratti minuziosi e raffinati
delle sue incisioni
e dei suoi disegni
raccolti in un libro
ideato da Annie de Garrou Gnoli
con prefazione di Vittorio Sgarbi:
“L’opera grafica di Domenico Gnoli”.
Domenico Gnoli
lo ha dimostrato soprattutto
nelle grandi tele
che celebrano
il particolare silenzioso,
il tessuto tramato,
la tovaglia in attesa di vita,
la vasca vuota e non bagnata,
la poltrona libera da ogni peso,
l’imbottitura del materasso,
la scriminatura dei capelli,
il lenzuolo prima del sogno,
il bottone.
Nelle grandi tele di Gnoli
l’asola disinnescata
è come un occhio socchiuso
che scruta l’orizzonte
in attesa del tramonto sincronico.
Oltre alla pittura di Gnoli,
oggi mi concentro sul bottone
in senso grafico, estetico e sartoriale.
Il bottone è un cerchio.
Al suo interno
sono presenti 4 fori,
due sopra e due sotto,
ugualmente distanziati
a formare un quadrato.
Attraverso i quattro fori
passa il filo.
Il modo in cui il bottone
è attaccato al tessuto
può seguire linee parallele
oppure l’incrocio a X.
Il passaggio del filo regolare
e senza sovrapposizioni
determina la maestria
di chi attacca i bottoni con stile
oppure di chi li dipinge con stile.
Osservando il bottone di Gnoli
e confrontandolo
col più vicino bottone
della vostra realtà,
potete studiare
il modo in cui il filo
passa nel foro,
si tuffa e riemerge
proprio come un delfino nel mare.
Applicando questa osservazione
in altri domini,
si scoprono attinenze interessanti.
Nel dialogo,
il filo del discorso.
Nella letteratura,
il dipanarsi della narrazione.
Nell’agricoltura,
l’arte di arare i campi.
Nella Natura,
il percorso del fiume
in relazione al pi greco.
Nella vela,
la capacità di avvolgere le cime.
Nella Logogenesi,
l’arte di concentrare
visione e valori d’Impresa
nel segno unico.
Sergio Bianco, Logogenesi