Graphis. Quando il NO LOGO è più forte del LOGO
Il primo numero di Graphis (1-2)
nasce nel 1944.
La copertina
è firmata da Max Hunziker.
Edward Munch, Pablo Picasso,
Jacques Garamond, Leo Longanesi,
Le Corbusier, Pino Tovaglia,
Franco Grignani, Saul Steinberg,
Jean Michel Folon, Milton Glaser,
Roland Topor, Sophie Grandval,
Leo Lionni, Brad Holland
sono solo alcuni
tra i migliori artisti e illustratori
che hanno reso memorabili
le cover di questa rivista.
Graphis genera una simbiosi sinergica:
l’artista crea valore per Graphis
così come Graphis
crea valore per l’Artista.
La forza comunicativa di Graphis
risiedeva anche nel fatto
che la rivista non avesse Logo,
nessun Simbolo
e nessun Lettering distintivo.
Questo si manifesta dal numero 1
al numero 252 compreso.
Quando il disegno o il quadro
dell’artista veniva approvato,
lo staff dei grafici della rivista
con la loro arte e conoscenza dell’epoca,
aveva la capacità e il talento
di sperimentare
e di scegliere il font perfetto
per esprimere in modo sempre diverso
la parola GRAPHIS e il numero.
L’opera artistica
veniva così enfatizzata
e valorizzata al massimo.
La parola Graphis e il relativo numero,
venivano posizionati
in modo sempre nuovo e sorprendente,
trovando soluzioni
all’avanguardia, fresche e innovative
nello spirito della rivista stessa.
Nel caso della rivista Graphis,
la scelta originale del NO LOGO
diventa Logo ancor più comunicativo
identficativo ed efficace.
Un’ultima osservazione
sulla data di fondazione:
la rivista nasce in tempo di guerra.
Nei tempi difficili,
dall’epoca dei graffiti,
nelle grotte di Lascaux,
fino ai giorni nostri,
dalla guerra del fuoco
alla guerra contro l’invisibile,
Arte e conoscenza
hanno contribuito a sollevare
le sorti del Pianeta e dello spirito.
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