Giorgio Armani. Le disuguAli dell’Aquila
Un significativo portrait
di Giorgio Armani,
ad opera del fotografo Pietro Carrieri,
ritrae lo stilista
all’interno del suo studio-biblioteca.
Armani, circondato dai libri,
è seduto sui gradini di una scala
moderna e minimalista
che si sviluppa a sinistra e a destra
come le ali di un’aquila.
È una foto simmetrica,
un bianco e nero
di grande valore simbolico
poichè rappresenta
lo stile, l’equilibrio
e la centratura del personaggio
evocandone il Simbolo
che si percepisce senza vederlo.
Questa foto,
mi ha ricordato un episodio
che desidero raccontare.
Siamo nel 1992.
Di mia iniziativa,
raccolgo una serie di pagine
pubblicitarie di Giorgio Armani
uscite nell’arco di un paio d’anni
nelle principali testate di moda
e rilevo alcune anomalie
presenti nel marchio.
Mi riferisco naturalmente
al simbolo dell’aquila
disegnata ad ali aperte
con sei linee orizzontali.
Nella parte inferiore
e centrale dell’aquila,
si staglia la sigla
con le iniziali GA.
È un simbolo
dai contenuti formidabili
poichè evoca le legioni romane
conquistatrici del mondo,
evoca la maestà regale,
la visione dall’alto
e soprattutto l’occho acuto
di chi sa osservare.
Le anomalie che rilevo sono due.
1
L’aquila non è simmetrica.
Le ali hanno misura diversa.
L’ala di sinistra è inferiore
rispetto all’ala di destra.
Nel dominio dei Simboli,
la simmetria e l’equilibrio
sono codici fondamentali
e mi sembra insolito
che un’Impresa di quel calibro
non curi particolari
così importanti
riguardo alla propria identità.
Le disuguAli dell’Aquila
sono quindi un fattore depotenziante.
2
I tratti sottili delle lettere G e A,
presenti all’interno del Simbolo,
tendono a chiudersi
quando il marchio è riprodotto
nelle piccole dimensioni
causando problemi di realizzazione,
mancanza di chiarezza
e difficoltà di lettura.
Decido quindi,
con spirito costruttivo,
di preparare uno studio dettagliato
sviluppato in due volumi rilegati
formato cm 30 x50
composti da 24 pagine.
Due volumi che non passano inosservati.
Ho qui le foto
a testimonianza del vero.
Il primo è il libro nero
in cui si mostrano
le pagine pubblicate sulle riviste.
Si vede l’aquila dalle ali disuguali
e il simbolo Armani
riprodotto da loro (Agenzia e Cliente)
senza avere la minima cura
del risalto ottimale del logo
nel contesto della fotografia.
Il secondo è il libro bianco
in cui propongo il restyling del simbolo
mantenendo i punti di forza
e la riconoscibilità dell’impresa
eliminando i difetti riscontrati.
In pratica, nel restyling proposto,
si mantiene il simbolo dell’aquila
disegnata con sei linee orizzontali,
le ali diventano uguali e simmetriche.
Si opera sul dettaglio delle linee sottili
presenti nelle iniziali G e A
risolvendo il problema della riproducibilità.
Insomma, un progetto impeccabile
con osservazioni critiche costruttive
motivate nei fatti
e proposta risolutrice
a benefico dell’impresa.
Ebbene.
Non ho mai avuto risposta.
Evidentemente il volume nero
e il volume bianco
non sono mai arrivati
a Giorgio Armani in persona
che, in virtù del suo occhio
e della sua attenzione,
mi avrebbe certamente ringraziato
per un suggerimento così prezioso.
Per combinazione però
alcuni anni dopo,
il Simbolo di Armani
è stata modificato.
Il punto debole
dei tratti sottili
presenti nel Simbolo, permane.
mentre le ali dell’aquila,
adesso,
sono uguali.
A volte,
osservando le lucertole
ammiro la loro capacità
di far ricrescere la coda.
Magari lo stesso potere
funziona anche
nel dominio dei Simboli.