Il Principe del Barbera ispira lo scrittore che vola.
Mentre volavo con il mio aeroplano
ad ali di farfalla nei cieli del Monferrato,
in quel triangolo d’oro tra Tanaro e Belbo,
un guasto improvviso
mi costrinse ad atterrare
nei pressi di un grande vigneto.
Era il più vasto
che avessi mai visto in tutto il Piemonte.
Migliaia di rose rosse,
come insegna la tradizione contadina,
erano poste a guardia
e ad ornamento in testa ad ogni filare.
Mentre cercavo di riparare il guasto
mi vennero incontro due fratelli,
così uniti nell’amicizia
e nella passione per il vino,
da essere una persona sola:
il piccolo Principe delle Terre di Barbera.
Gli occhi
sono lo specchio del nostro cuore:
Riflettono sempre
cosa sentiamo e chi siamo.
Il Principe mi viene incontro
e mi rassicurò che,
grazie alla forza della non gravità,
avrei ripreso sicuramente il volo.
Quindi mi invitò ad assaggiare
il frutto del suo lavoro:
il calice della Vita.
Il colore era rosso rubino profondo,
il profumo trasparente e piacevole
con sentori di frutti maturi,
vaniglia e menta.
Gustando questo vino
colsi la passione per il Barbera;
colsi l’amore per i vigneti
e la perizia per ricavarne tesori;
colsi il profumo di un vino
che si assapora con i cinque sensi.
E gustando questo vino colsi la rosa,
incastonata entro uno scudo a forma di calice.
Trovai la rosa
rilevata sul vetro della bottiglia,
impressa in rame sulle etichette,
persino forgiata
nel ferro dei cancelli
della maestosa cantina.
Poi osservai le etichette dei vini della casa:
ognuna si distingueva
per un particolare colore del fondo
sul quale si stagliava il Simbolo della rosa
impresso in rame a caldo.
Ogni fondo riproduceva
“Mantelli delle Vergini”
dipinti da famosi Maestri.
In uno mi parve di riconoscere il Botticelli,
un altro era forse del Perugino…
e tutti avvolgevano il prodotto
in una veste di pregiata eleganza.
Rimasi incantato da quelle sensazioni
che toccavano i cinque sensi
e iniziai a volare.
E mentre volavo,
guardavo dal cielo il mio aeroplano
ad ali di farfalla trasformarsi in un bruco
e diventare corpo unico con quella terra.
E pensavo alle parole del piccolo Principe.
In ogni bottiglia si coglie la rosa,
ma soprattutto si coglie l’amore
e la passione che rende quella rosa davvero unica.
Lo scriverò nel mio libro:
“È il tempo che hai dedicato alla tua rosa
che rende la tua Rosa così importante”.
Antoine Jean Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry
Guarda!
C’è un puntino che si muove nel cielo.
Io invece sono qui,
con i piedi ben piantati nelle zolle di questa terra.
Nei prossimi giorni parleremo ancora
del simbolo della rosa
e del suo potere di custodire segreti.
Sergio Bianco