Scritti di Sergio Bianco nel dominio dei Simboli.

L’arte di infrangere le regole con squisita indifferenza.

 

 

Una squisita indifferenza.
Perché l’arte moderna è moderna.
Il titolo di questo libro di Kirk Varnedoe
(1946 -2003)
ha un significato curioso e profondo.

L’autore lo spiega in questo modo.

Siamo in Inghilterra del nord,
nel campo di una scuola di rugby.
Al muro è affissa una lapide
con incise queste parole:

“Questa pietra
commemora l’impresa

di William Webb Ellis che,
con squisita indifferenza
per le regole del calcio dell’epoca,
prese la palla tra le braccia
e si mise a correre
dando così origine
alla peculiare caratteristica
del gioco del rugby.
A.D 1823.”

La rottura degli schemi,
nell’arte, è presente in ogni epoca.

Dalle incisioni rupestri di Lascaux,
seme primitivo di geniale follia
piantato da un architetto d’interni
con la clava,
fino al taglio della tela di Fontana,
gesto unico, primordiale e primo
che esprime l’intenzione “a mano armata”
di spingersi oltre i confini della tela stessa.

Nel dominio Logogenesi,
riguardo alla costruzione del Simbolo,
si persegue la perfezione
estetica e matematica del segno
per poi infrangerla,
quando necessario,
innescando così la sorpresa,
il codice dell’emozione,
del segreto e del racconto.

La bellezza di un viso
è l’insieme di linee armoniose
e di differenze minime
tra emisfero destro e sinistro.

A volte, un semplice neo sulla guancia
interrompe la simmetria
e genera un fascino superiore
connesso in qualche modo al mistero.

Mi vengono in mente due immagini
che esprimono questo concetto:
il neo di Marlyn Monroe,
icona universale di una bellezza
che non vola via
e una coccinella,
inconsapevole giocatrice di rugby,
che si posa lontano
dall’asse centrale del girasole.

La cover del libro
è un dipinto di Gauguin del 1891.
Si intitola Il Silenzio.

Sergio Bianco #logogenesi

 

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