Scritti di Sergio Bianco nel dominio dei Simboli.

L’arte del gioco per sfoderare la gioia del futuro.

 

zaino-Giulia

 

Ecco due foto di Giulia
in prima elementare
e l’ultimo giorno del liceo
insieme al suo inseparabile
zaino Invicta.
Non lo ha mai voluto cambiare,
lo zaino,
facendolo entrare nella leggenda
così come l’impermeabile
del tenente Colombo.

Le leggende
sono proclamate tali dagli altri
e mai da se stesse.
Le leggende sono silenziose.

Negli articoli precedenti
ho parlato di visione eterna
e senso di appartenenza:
il mitico zaino è ancora in uso.

Giulia, insieme a Francesco,
fin da piccoli
sono stati e sono tuttora,
i miei formidabili consiglieri.

Un giorno abbiamo appoggiato
le nostre mani
sul grande tronco dell’albero triforzuto
che, attraverso la pineta,
porta alla spiaggia
di Castiglione della Pescaia
e abbiamo solennemente stipulato
il patto di eterna alleanza:

tre mani sovrapposte
e non una parola da aggiungere.

Oggi siamo insieme a distanza,
con complicità e ironia,
in sfere diverse e confinanti:

Logogenesi per me,
crittografia per Giulia,
design engineering per Francesco.

Alla fine del liceo
Giulia sorprende tutti,
anche se stessa.
Portata per le lettere
e avversa ai numeri,
si iscrive a Matematica.

Prima però,
per rendere più credibile
la sua decisione,
supera la selezione per entrare
alla Scuola Holden di Alessandro Baricco,
rinuncia al posto conquistato
e si iscrive alla facoltà di matematica.

Appena laureata, Giulia è chiamata
dall’Università di Neuchatel
per lavorare in Svizzera come ricercatrice.

Dopo 4 anni conclude felicemente
il suo dottorato
nel dominio della crittografia
e decide di tornare in Italia.

I codici della Logogenesi sono dodici.
Il primo codice è l’idea.
Il codice numero 9 si chiama Giulia.

Steve Jobs
disse che occorre unire i puntini
facendo riferimento, ad esempio,
alla sua scelta sorprendente
di iscriversi a calligrafia,
corso che, col tempo,
ha arricchito Apple
riguardo alla bellezza
dei caratteri e della scrittura.

I puntini, nella mia personale visione,
prima di unirli,
bisogna lasciarli andare lontano
se vuoi tracciare un diagramma
che rispecchi una visione più ampia
e impensabile, in origine.

Riguardo a Logogenesi, come dicevo,
il codice numero 9 si chiama Giulia.

È stata lei,
in modo poetico e letterario
a introdurre la matematica nei miei marchi.
In essi, numeri e schemi apparivano,
in origine, in modo spontaneo
e mai preventivamente calcolati.

Simboli creati oltre 30 anni fa
sono perfetti anche oggi.
Sezioni auree,
fulcri visivi e allineamenti
erano tracciati in modo istintivo.
Misurati oggi, i numeri
e gli schemi matematici sono esatti
e i loghi perfettamente funzionanti.

È stata Giulia a spiegarmi con gentilezza
(vedi caro Sergione….)
che il falco, per mantenere la massima velocità
nel ghermire la sua preda
volteggia nell’aria
tracciando una spirale logaritmica.
La stessa spirale presente nel Nautilus,
nel girasole, nelle galassie,
nella musica di Bach
e nelle meraviglie presenti in Natura.

Tra queste meraviglie ne risalta una,
profondamente umana, seria,
luminosa e importante:
giocare con i propri figli.

Giocare, giocare, giocare.

In modo che il gioco preferito
diventi mestiere
per portare gioia e beneficio
a se stessi e alla comunità.

Sergio Bianco #logogenesi

 

 

3 pensieri riguardo “L’arte del gioco per sfoderare la gioia del futuro.”

  1. krista boschian ha detto:

    Emozionante racconto.

  2. Valentina ha detto:

    quando giochiamo allora siamo vivi
    Dobbiamo cercare di non essere giocati
    È per questo che bisogna giocare forte
    E i bambini sono i nostri maestri
    Quante occasioni per giocare…
    Ewwiwa

  3. Nicola Pisani ha detto:

    Quando è la bellezza ad essere in gioco, il direttore d’orchestra sceglie, fra le tante, una bacchetta in particolare: la sua.

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