Anime Salve. Segni universali e solitudine.
“Stiamo facendo del nostro meglio
per eseguire dal vivo
le canzoni di questo ultimo album
che si chiama Anime Salve,
scritto con Ivano Fossati
e che trae il suo significato dall’origine,
dall’etimologia delle parole Anime Salve.
Vuol dire spiriti solitari.
È una specie di elogio della solitudine.
Si sa.
Non tutti se la possono permettere.
Non se la possono permettere i vecchi,
non se la possono permettere i malati,
non se la può permettere il politico.
Il politico solitario è un politico fottuto.
Però, sostanzialmente,
quando si può rimanere soli con se stessi,
io credo che si riesca
ad avere più facilmente contatto
con il circostante.
Il circostante
non è fatto soltanto di nostri simili,
direi che è fatto di tutto l’universo.
Dalla foglia che spunta di notte in un campo
fino alle stelle.
E ci si riesce ad accordare meglio
con questo circostante.
Si riesce a pensare meglio ai propri problemi.
Credo, addirittura,
che si riescano a trovare le migliori soluzioni.
E siccome siamo simili ai nostri simili
credo si possano trovare soluzioni
anche per gli altri.”
(Fabrizio De André)
L’articolo di oggi è la trascrizione esatta,
delle parole di Fabrizio De André,
colte sul palco prima di cantare Anime salve.
Mi rispecchio in questa riflessione.
Mi piace pensare che Logogenesi
sia connessa contemporaneamente al mondo,
ai segni universali,
ai gesti ancestrali e ai sentimenti
presenti nella mente
e nel cuore delle persone.
In contrasto con questa visione ampia,
c’è la solitudine
visibile oppure, a volte, invisibile.
La solitudine è una necessità
a tempo variabile,
come il letargo dell’orso bianco,
la ricarica del cellulare
o il battito di ciglia
quando viaggi controvento.