Caso sincronico tra lingerie e pugilato
Ieri mattina, presentazione
di un marchio di lingerie a Firenze.
Parto da Camogli con largo anticipo
ma un incidente vicino a Pistoia
riesce a farmi arrivare in ritardo.
Il cliente attende con fiducia
e tutto si risolve al meglio:
Il marchio è approvato con gioia,
la bussola della vita.
Al ritorno altra coda in autostrada
e altra difficoltà di scorrimento.
Il mio pilota automatico interiore
mi suggerisce di uscire a Viareggio.
Posteggio al bordo di una pineta
e intravedo qualcosa oltre i fitti alberi.
La scena mi ricorda un quadro di Magritte
(la firma in bianco – 1965)
che ritrae una donna a cavallo
compenetrata nel bosco.
Nella realtà, oltre agli alberi,
scorgo due pugili.
Sembrano modelli
dai perfetti lineamenti del viso.
I loro nasi sono profili di statue greche
non ancora scolpite dal primo pugno.
Sono pugili veri
e combattono nella divisa classica:
pantaloncini rossi e guantoni
contro guantoni e pantaloncini neri.
Non c’è ring, non c’è gong,
non ci sono corde su cui rimbalzare.
Niente arbitro, niente pubblico:
solo alberi, aghi di pino crepitanti
e suono di guantoni su guantoni,
pelle su pelle.
Le cose che accadono,
gli incidenti,
i ritardi,
gli inconvenienti,
le vittorie,
la scoperta dell’inatteso
e il passaggio improvviso
tra lingerie e pugilato
rivelano la password della vita:
un’esperienza unica e meravigliosa
che va goduta, istante dopo istante,
componendo insieme
i codici numerici
del caso sincronico.