Neuroscienza e amore dell’orso per la geometria.
L’orso ama la geometria?
Oggi immagino sia così.
L’orso l’ha appresa,
a livello inconscio, dalle api.
Le api sono dispensatrici di miele
e di conoscenze costruttive
sulla base dell’esagono.
Le api, inoltre,
sono maestre di risparmio energetico
e di ottimizzazione dei piani di volo
percorrendo sempre la via più breve
di fiore in fiore.
L’orso ama il miele.
L’orso percepisce la forma esagonale
e associa ad essa la dolcezza del miele.
Di conseguenza l’orso ama l’esagono.
Così funziona la neuroscienza.
Così funziona il Metodo Logogenesi.
Escher, nel quadro Metamorfosi,
disegna il passaggio simbolico
tra esagono, api, celesti volieri e pesci
nel contrasto equilibrato
tra bianco e nero.
Ebbene, l’orso, lungo il fiume,
prende sei punti di riferimento,
l’albero biforcuto,
il sasso liscio,
il tronco divelto,
la piramide di roccia,
il vortice della corrente,
e il buco segreto di una tana.
Quindi l’orso definisce il focus,
traccia le diagonali dell’esagono
e le trasforma idealmente nel cubo:
dal progetto alla concretezza.
L’orso sceglie la postazione di attesa
che coincide con il punto esatto
in cui il salmone passerà
nel suo viaggio controcorrente
verso le origini del fiume e della vita.
La natura ha leggi spietate
riguardo alla sopravvivenza.
Eppure, è possibile trovare
un senso di giustizia più ampio
che comprende il perdono
e perfino la spiegazione
delle azioni più crudeli
giustificate dal misterioso equilibrio
tra vita e morte.
Mi piace pensare che l’orso,
nel momento in cui ghermisce la preda,
diventi come il saggio taoista,
e rivolga al salmone
la più naturale delle domande.
Domanda che nasce
dal nome del principio filosofico.
Domanda che si unisce
al suono del fiume.
Il vento, semplicemente, la traduce.
WU WEI? Dove vai?
Sergio Bianco, Logogenesi