La superstizione nei numeri e nella simbologia.
Alcune persone superstiziose
pensano che il numero 17
non sia di buon auspicio.
Allo stesso modo
gli attori, per tradizione,
stanno alla larga dal viola:
non indossano vestiti di quel colore.
Nel film capolavoro del 1973,
intitolato “Polvere di stelle”,
Alberto Sordi,
attore d’avanspettacolo in cerca di fortuna,
si accosta al finestrino del treno
e offre delle violette
a una famosa e celebrata
Diva del cinema che,
per tutta risposta,
con improvviso scatto sonoro (Tiè!)
staglia il gesto delle corna
sul vetro del vagone.
Perchè?
Ad Alberto,
il perché lo spiega Monica Vitti,
sua compagna di avventure,
con un’espressione in romanesco ineguagliabile.
Mi spiego meglio.
Il viola è il colore dei paramenti sacri
esposti durante la Quaresima.
In quel periodo, nel Medioevo,
gli spettacoli e le rappresentazioni
venivano sospese.
Così gli attori,
che dovevano lavorare ogni giorno
per sopravvivere,
in quel periodo si trovavano in difficoltà
e quindi non sopportavano il colore viola.
Semplice.
E il 17?
Il 17 in latino si scrive XVII.
È l’anagramma di VIXI, ho vissuto,
ovvero non sono più in vita.
Semplice.
Personalmente non sono superstizioso.
Anzi, sono affezionato al venerdì 17.
Con una persona, in particolare,
ci sentiamo proprio in quella data
per scambiarci gli auguri
visto che quel giorno,
per un inconveniente del destino
capovolto in opportunità,
è nato il marchio per la sua Impresa
e per l’evento del Dreamers Day.
In conclusione,
Il Metodo Logogenesi
crea simboli universali
che risuonano e vibrano in modo positivo
nella mente e nel cuore delle persone.
Nella costruzione del marchio
e nell’allineamento del marchio stesso
con i dodici codici,
si considerano tutti gli aspetti positivi e negativi
connessi al simbolo
evitando scelte,
consapevoli o inconsce,
che possano in qualche modo indebolire
l’integrità e la forza del Nome e del Segno.
Per questo motivo, ad esempio,
dovendo scegliere il colore istituzionale
di una compagnia aerea,
è meglio evitare il viola.
Guardo l’ora e, per caso, sono le 17 e 17.
Lo prendo per un segno sincronico
e l’articolo finisce qui.