Occhio a questo blog. La virtù di non essere virtuale.
Occhio. Il Metodo Logogenesi
comunica quotidianamente
attraverso questo blog.
Ogni giorno, il sottoscritto,
Sergio Bianco, artigiano del Simbolo,
scrive personalmente un articolo
sulla forza dei Marchi veri
e sulla debolezza dei simboli depotenzianti.
Oltre a pensare all’articolo, lo scrivo,
abbino il testo all’immagine,
creo i collegamenti.
Ad oggi ho redatto oltre 500 articoli
che sono liberamente visibili e consultabili
su questo sito.
I lettori sono pochi ma buoni.
I commenti pubblici sono rari.
Più facilmente,
i lettori preferiscono scrivermi di persona
o contattarmi direttamente.
Il mezzo è quindi virtuale
ma i contenuti, la persona che scrive
e i fatti accaduti e descritti,
appartengono alla realtà.
C’è stato uno spiccato interesse
per l’articolo apparso due giorni fa
sul restyling depotenziante del simbolo Volkswagen.
“La simbologia della zucca vuota”,
questo è il titolo dell’articolo.
Alcuni mi hanno chiesto
chi ha realizzato
il ritocco della foto della zucca
in modo così realistico.
Nessun ritocco.
Come ripeto, qui è tutto vero,
anche la zucca scolpita.
Per capire lo spirito di questo blog
e la virtù di non essere virtuale,
ora racconto, al presente, alcuni dettagli.
Sono a bordo di una Volkswagen Golf,
dalla parte del navigatore.
Alla guida è con me una pilota impeccabile,
di origini tedesche, come la Casa-Madre.
Nella foto, il suo occhio sinistro,
indispensabile per guadare i fiumi dell’essere.
Sono le otto di sera e piove.
Vedo un piccolo negozio di frutta e verdura.
La luce è ancora accesa.
“Magari la troviamo…”
Accostiamo e scendo al volo.
La Golf VW mi aspetta col motore acceso.
Ho il privilegio di parlare
con una fruttivendola vera
che mi conduce nel retro bottega.
Nel cassone di un camion ci sono le zucche.
Le osservo una ad una e scelgo.
La zucca predestinata pesa dodici chili.
Dodici come i codici della Logogenesi.
Risalgo in macchina
tenendo la zucca in braccio.
La pilota mi osserva divertita.
Il resto è storia.
Ricavo dal sito Volkswagen
il loro nuovo simbolo depotenziante,
lo ingrandisco su carta nella misura giusta
e lo applico sulla zucca.
Incido la carta con un coltello
fino a creare una traccia incisa sulla zucca.
Poi affondo la lama e procedo con l’intaglio.
Avviso nel frattempo il mio amico,
lo scultore araldico Mauro Pieroni
unico nella storia ad avere scolpito nel legno
i tre stemmi degli ultimi tre Papi
e lo informo che sono diventato anch’io scultore:
scultore di zucche.
Termino il lavoro di intaglio.
Le parti di zucca estratta
vengono utilizzate per una zuppa.
Appoggio la zucca su un drappo di seta blu-notte.
Alla base inserisco il mio taccuino da viaggio,
il mio biglietto da visita
e la bicchetta magica,
ovvero la bic geneticamente modificata,
per autenticare l’origine della foto.
Macchina fotografica su cavalletto.
La marca della macchina non importa,
(se non ricordo male è Zoppas).
Luce laterale posizionata a destra,
pannello di luce rischiarante a sinistra,
diaframma con apertura 8,
così come consiglia Izabela Jaroszewska.
Click, fatto.
Tutto vero.
Sergio Bianco, Logogenesi