Volkswagen. Il Simbolo depotenziante della zucca vuota.
Ho pubblicato, tempo fa,
un articolo sul restyling del logo Peugeot
evidenziando il passaggio
da leone sonnambulo
a leone boxeur
fino ad arrivare
all’attuale leone-scimmia.
Oggi faccio riemergere un articolo
sul restyling del logo Volkswagen
che rivela
la stessa mancanza di conoscenza
nel dominio dei Simboli.
Ecco la mia analisi.
Volkswagen ha compiuto nel 2019
il restyling del proprio Simbolo.
Il nuovo Simbolo
è stato presentato con autorevolezza
per esprimere l’evoluzione positiva
verso la nuova identità Volkswagen.
Autorevolezza
non significa necessariamente verità.
La conoscenza del Metodo Logogenesi,
nel dominio dei Simboli,
è determinante per appurarla.
Scelgo quindi di fare un confronto
tra il Simbolo Volkswagen prima e ora.
Il Simbolo precedente era, in origine,
un simbolo puro, come segno grafico,
depotenziato dalle sfumature.
Il Metodo Logogenesi, infatti,
non consente l’uso di sfumature o mezzi toni
poichè il segno grafico,
allineato ai dodici codici,
si esprime con massima forza
nel constrasto netto
tra positivo e negativo.
Il vero restyling VW , nella mia visione,
poteva essere fatto in modo impeccabile
eliminando semplicemente
le sfumature depotenzianti,
conservando le aree negative
e lo spessore del segno
e lasciando il simbolo invariato
con la base della W attaccata al cerchio esterno.
Invece la casa madre
ha operato in questo modo:
Ha eliminato, giustamente,
le sfumature depotenzianti,
ha reso il tratto del segno più sottile
e ha staccato la parte inferiore
della W dal cerchio esterno.
Lo stacco della W
dalla parte inferiore del cerchio
rende il Simbolo più fragile
sotto il profilo strutturale.
È una evidenza fisica.
Praticamente,
a differenza della solidità
del simbolo precedente,
il nuovo simbolo si sfonda facilmente,
comunicando incertezza
sotto il profilo percettivo
della sicurezza.
Inoltre, lo stacco della W
dalla parte inferiore del cerchio,
non considera un fenomeno
attuale della comunicazione:
la simbologia da tastiera.
La simbologia emoticon
è ormai un linguaggio universale.
Ricordate il Simbolo del sole che ride
accompagnato dal motto “energia nucleare no grazie”?
Avete presente le lancette degli orologi
fotografate o esposte
nelle vetrine di tutto il mondo,
alle 10 e 10, l’ora del sorriso?
Sono esempi di simboli
che hanno origine dal volto
e dalla curva del sorriso.
Nulla di più, nulla di meno.
Ebbene, il pubblico
è ormai estremamente allenato,
grazie all’uso quotidiano e costante
di computer e telefoni vari,
a leggere le espressioni
della faccia rese con la tastiera:
bastano due punti
e una parentesi aperta o chiusa
per esprimere tristezza o gioia.
L’errore di Volkswagen,
il duplice sbaglio
di chi ha presentato il progetto
e soprattutto di chi lo ha approvato,
è proprio questo:
aver reso il tratto più fine,
più debole,
e aver staccato
la parte inferiore della W dal cerchio.
Di conseguenza,
il segno risultante è una faccia.
Il cerchio è il volto.
La forma della lettera V sono gli occhi:
la V disegna le sopracciglia
aggrottate dell’espressione arrabbiata.
La forma della W è la bocca.
La W, staccata dalla parte inferiore del cerchio,
disegna la forma
della bocca spaventosa e cattiva.
La bocca a zig zag
ha la tipica espressione stile horror,
perfetta per la zucca di Halloween.
E in effetti, il restyling Volkswagen,
progettato e approvato senza conoscenza,
è il nuovo Simbolo depotenziante
della zucca vuota.
Sergio Bianco #logogenesi
La chiamo legge di attrazione.
La Volkswagen ultimamente ha ricevuto molti attacchi a causa di test non veritieri e per questo motivo molto probabilmente stanno cercando di cambiare la loro immagine. La penna del professionista ha seguito la legge universale e ha descritto inconsapevolmente chi sono e non chi vorrebbero essere.
Viviamo in una società di “zucche vuote”. E se è vero che un’auto riflette la personalità del suo proprietario, perché pensare che una tal zucca non si precipiti all’acquisto di una Wolkswagen? Eh sì, col nuovo marchio l’azienda tedesca avrà un, forse involontario, boom di vendite.
WV – nata nel 1937, col l’imperativo di creare un’auto compatta, economica, semplice e robusta, facile da costruire in grande serie ed economicamente accessibile. Da tempo ormai sono molto convintissimo che regolarmente bisogna riallineare la mappa al territorio, tornare all’idea creatrice d’origine ad ascoltare cosa ci dice. Cosa ci vedo in questo restyling? una passeggera leggerezza, divagazione, così come un padre sull’altalena (W) che in braccio ha il figlio (V), altrettanto qualsiasi automobile porta le persone. Bisogna sempre salire e scendere, se sei salito sei poi obbligato a scendere. se il viaggio è troppo lungo ti stanchi così come è sprecato se prendi l’auto per fare 50 metri. A me piace l’idea di cavalcare un astronave indistruttibile, affidabile, sicura, economica, efficiente, il giocattolo di plastica rimane un giocattolo di plastica. Il bambino sull’altalena crescerà di pari passo al padre che invecchierà, la nonna richiama tutti e due che è pronto il pranzo, arrivata l’ora discendere.
M.S.