Senza, senza, senza fino all’essenza.
Per arrivare all’essere
occorre avere
solo ciò che puoi amare.
Occorre quindi decidere,
recidere, tagliare, alleggerire,
semplificare fino all’essenza.
Da artefattto a naturale,
da complicato a semplice,
da falso a puro.
Questo vale per i segni apparenti sul corpo,
blu-eternit senza visione eterna.
Questo vale per i vestiti
che indossi senza vera scelta (EMME-O-DI-A),
per gli ornamenti luccicanti
che forse era meglio lasciare al loro posto,
in miniera,
Vale per i simboli depotenzianti,
maledizione delle Imprese,
segni sbaragliati dai dilettanti
e approvati da committenti senza conoscenza.
Vale per le parole
che suggeriscono da sole
quando è il momento di non essere.
La parola che non è, è il silenzio.
Senza, senza, senza fino all’essenza.