Scritti di Sergio Bianco nel dominio dei Simboli.

M’illumino d’immenso. Sintesi, emozione, segreto, racconto.

 

Giuseppe-ungaretti-apostrofo

 

M’illumino d’immenso
è il capolavoro di Giuseppe Ungaretti.
La poesia si intitola “Mattina”.
È stata scritta il 26 gennaio 1917,
sul fronte del Carso,
durante la prima guerra mondiale.

Quel giorno faceva freddo,
in tutti i sensi.
Contemporaneamente,
quel giorno,
è nata una luce.

Mi piace pensare
che il particolare che collega
l’interiorità del singolo individuo
con l’universo
sia il duplice apostrofo.

L’apostrofo è il segno ortografico
che indica l’elisione di una vocale.
Apostrofo, in greco,
significa “volto all’indietro”.

Se Ungaretti avesse scritto
mi illumino di immenso,
senza apostrofi,
sarebbe stata un’altra poesia,
tutta un’altra storia.
Invece,
l’apostrofo è il trait d’union
minuscolo e impercettibile
che connette uno e universo
generando L’ UNI-VERSO.

Sintesi ed emozione
sono, rispettivamente,
il codice numero numero quattro
e numero dieci
dei dodici codici della Logogenesi.

Questa osservazione
riguardo alla poetica di Ungaretti
e riguardo al particolare dell’apostrofo
spero sia utile per capire
quale cura e quale attenzione
occorrano, nella creazione del marchio,
per allineare dodici codici
fino a ottenere il segno unico,
sintesi illuminata
di visione e valori d’Impresa.

Sergio Bianco, Logogenesi

 

 

 

 

Un pensiero riguardo “M’illumino d’immenso. Sintesi, emozione, segreto, racconto.”

  1. Nicola Pisani ha detto:

    Presenza consapevole che lascia il segno.

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