Scritti di Sergio Bianco nel dominio dei Simboli.

Il tacchino di Franklin non ha fatto la storia.

 

Aquila-tacchino-Franklin-stemma-americano

 

Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori
degli Stati Uniti d’America,
non era d’accordo
sull’utilizzo del simbolo dell’aquila
da inserire nello stemma ufficiale.
Dichiarò apertamente
che l’aquila aveva un brutto carattere
e che avrebbe preferito il tacchino,
pennuto più rispettabile,
e nativo delle loro terre.

Dopo questa sua coraggiosa affermazione,
per mettersi al riparo dalle invettive
che gli piovevano dalla terra e dal cielo,
Franklin inventò il parafulmine.
Non solo.
Inventò anche le lenti bifocali,
l’armonica a bicchieri
e altre attraenti ingegnosità.

Ossessionato dalla domanda insistente:
“Ma è vero che ti piace il tacchino?”
Benjamin divenne vegetariano e dichiarò
che mangiare carne fosse
“un delitto senza giustificazione
perpetrato contro gli animali”.

Scrisse inoltre che,
grazie alla dieta vegetariana,
si sentiva più lucido, più acuto,
con maggiore vigore fisico
e superiore capacità di apprendimento.
Benjamin Franklin,
oltre a essere inventore e uomo di stato,
era nuotatore eccelso,
scacchista strategico,
massone dichiarato,
musicista raffinato
e donnaiolo sfrontato.

Torniamo al simbolo americano:
l’aquila dal capo piumato bianco.

L’aquila ha vista acuta,
artigli possenti,
domina con la sua maestosità
le alte sfere dei cieli
ed è segno di forza e di comando.
L’aquila ha visione olistica
grazie alla quale risolve al volo
i labirinti da decifrare.

L’aquila è il simbolo
delle legioni romani vittoriose,
conquistatrici del mondo conosciuto
e, prima ancora,
è il simbolo che identifica Giove,
il potente Zeus,
il padre degli Dei.

Gli Stati Uniti d’America,
in virtù di una precisa volontà di dominio,
scelgono il Simbolo di Roma antica
e lo sottolineano con il motto
che non appare scritto in inglese,
la loro lingua madre,
ma in latino classico:
E PLURIBUS UNUM:
l’unità che scaturisce dall’unione dei molti.

In conclusione,
gli Stati Uniti d’America
si ispirano, nella scrittura del motto e nel segno,
alla gloria dell’Impero romano.

Benjamin Franklin aveva una intelligenza superiore
e capì al volo che non era il caso di insistere
con l’idea balzana del tacchino.
Quel giorno,
scrutando la profondità di campo
con i suoi occhiali bifocali,
si consolò
mostrando l’armonica a bicchieri
ad una affascinante ammiratrice.

Il resto è storia.

A volte anche i Simboli possono fare la Storia.

Sergio Bianco, Logogenesi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *