Idee e Simboli cristallizzati sul taccuino da viaggio.
Nell’anno 1502, Cesare Borgia,
duca di Romagna,
conferisce a Leonardo da Vinci
l’incarico di ingegnere militare.
Davide Gnola, direttore del Museo
della Marineria di Cesenatico,
ha ripercorso e narrato,
in interessanti conferenze,
il viaggio e l’esperienza
di Leonardo in Romagna.
Leonardo prendeva appunti,
tracciava disegni,
scriveva calcoli e impressioni
su un particolare taccuino:
il Taccuino L,
così definito poichè riportava in copertina
la lettera iniziale e distintiva del Genio.
Il tacchuino L originale
è composto da 94 fogli,
misura base mm 70 x altezza mm 110
ed è custodito a Parigi,
nella biblioteca dell’Institut de France.
Una copia si trova
nella biblioteca comunale di Cesenatico.
Consiglio a tutti,
persone con barba e senza,
di avere sempre a portata di mano
un mezzo pratico,
tradizionale o tecnologico,
per prendere appunti
e bloccare le idee,
le intuizioni, le osservazioni,
i sogni e perfino i desideri,
ovvero quello che sarà
dopo che è stato scritto con animo puro.
In qualsiasi dominio
del lavoro e della vita,
è bene scrivere.
Condividere banalità no,
fermare l’essenza, sì.
Personalmente,
giro con un taccuino progressivo
dove traccio disegni,
Simboli, Nomi, idee di quadri, intuizioni.
L’origine di alcune Imprese italiane,
riguardo al Nome o al Simbolo,
parte proprio da qui:
il taccuino L come Logogenesi.
È importante bloccare l’idea,
cristallizzarla nero su bianco,
appena si manifesta.
Dopo un attimo l’idea può sparire
e di Lei non resta traccia.
Come quel giorno che, in canoa,
in mancanza del foglio,
ho disegnato un simbolo
su uno scoglio,
intingendo il dito nell’acqua salata.
Quel segno si è asciugato al sole
ed è sparito dopo pochi secondi.
Eppure, averlo tracciato
con mezzi di fortuna
è stato sufficiente a registrarlo
nella scheda madre della memoria
per poi realizzarlo.
Ho tanti taccuini da viaggio.
Soltanto quello in uso gira con me.
Le pagine si sfogliano col vento,
prendono il sole,
il sale della vita,
l’acqua del mare, appunto.
Appunto.
Appunto quando occorre.
All’inizio è un taccuino
con pagine bianche
che, potenzialmente,
contengono tutto e niente.
Poi le pagine
si riempiono di impressioni.
Impressioni di segni
tracciati con la bic nera
la “bicchetta magica”
sergiobianco – iosognarebic.
Impressioni di viaggiatore
che viaggia anche da fermo.
Non sogno stilografiche imperdibili.
Sogno e segno
con intercambiabili bic
il cui valore
è nella trasformazione dell’inchiostro,
da cilindro fluido iniettato
in tubo di plastica diametro mm.2,
a molteplici manifestazioni di realtà.
Il bruco nero diventa farfalla.
Quando arrivo alle ultime pagine
del mio libro tascabile,
mi dispiace abbandonarlo
e passare al taccuino successivo.
Nonostante questo,
passo al nuovo e tutto ricomincia.
I taccuini Logogenesi.
Collezione privata.
Nella foto, vicino alla noce,
si intravede il primo schizzo
del logo Sardelli, classe di ferro 1871.