L’Aleph. La scrittura del Dio nelle macchie del giaguaro.
L’Aleph è la prima lettera
dell’alfabeto fenicio e ebraico.
Nella numerazione
corrisponde all’uno.
Un racconto di Borges,
presente nel libro L’Aleph,
spiega in modo mirabile
l’impronta divina dei simboli
presenti nella Natura.
È un saggio che esprime
il lato più puro di Logogenesi,
connesso al codice del segreto
e alla forza immensa
della bellezza universale.
Il racconto si intitola
“La scrittura del Dio”.
Il sacerdote del Dio
è tenuto prigioniero
in un pozzo buio e profondo,
da nemici che vogliono carpirgli
il segreto del Dio
e impossessarsi del suo tesoro.
Una volta al giorno,
si apre una botola, in alto,
e qualcuno lancia giù del cibo.
Solo in quel momento il prigioniero
ha modo di vedere
il luogo in cui si trova:
vede una grata di ferro
al di la della quale c’è un giaguaro.
Anni e anni di prigionia
sono rischiarati, ogni giorno,
dal rito della botola che si apre
illuminando il giaguaro.
Il mio articolo finisce qui.
L’originale di Borges
è un racconto di sette pagine
che contiene un finale sorprendente
connesso al caso sincronico
e alla presenza dei simboli
nel circostante.
Inutile che ve lo descriva ulteriormente
perché le parole di Borges
sono irraggiungibili.
La prima libreria, però,
non è irraggiungibile…
Un buon motivo per entrare in azione
e avere la risposta.
Non subito
ma riflettendo con la giusta attesa.
Sergio Bianco, Logogenesi