Gallerie degli Uffizi: Il simbolo spezzato con la U al contrario
Riprendo un articolo
scritto e pubblicato nel 2017.
È un articolo trasparente e pertanto invisibile.
La linea spezzata non è piacevole a vedersi.
Interrompe il flusso energetico.
È un segno malaugurante di integrità infranta.
La linea spezzata è come un vaso rotto.
Nella cultura giapponese
il vaso rotto si ripara solo
con una lavorazione particolare detta kintsugi:
un filo d’oro zecchino
colato ad arte sulla linea della crepa.
Si genera così un motivo ornamentale aureo
di valore superiore.
Non si nasconde, quindi, la crepa
ma la si evidenzia
conferendo ad essa una valenza eccelsa.
A parte questa eccezione,
tutto ciò che è spezzato, spezza il cuore.
Spezzare le gambe
significa togliere la speranza.
Una vita spezzata è la morte.
Dall’espressione letteraria all’oggetto,
dall’interferenza sonora al Simbolo.
Sono quindi dispiaciuto che
Le Gallerie degli Uffizi,
tempio dell’arte e della cultura,
siano rappresentate da un simbolo spezzato.
Il Simbolo, sopra visualizzato,
è composto dalla G e dalla U.
Le due lettere sono espresse in modo
completamente diverso rispetto al Lettering,
ovvero al Nome “Le Gallerie degli Uffizi“.
Sono font con stile opposto.
In questo modo si annulla
ogni corrispondenza e collegamento
tra segno grafico e Nome.
(Il codice della coerenza è infranto.)
Il Logo, nella presentazione alla stampa,
avvenuta nel 2017,
è stato motivato dalle seguenti parole.
“Il nuovo logo,
trasmette con chiarezza il nome
e condensa in un segno elegante
e facile da riconoscere
la rinnovata realtà museale.
La ‘G’ e la ‘U’ sono delineate in un equilibrio
che trae ispirazione
dall’architettura vasariana degli Uffizi,
così significante
nella struttura urbana di Firenze.
È un segno che evidenzia il senso dei valori,
dei singoli luoghi e delle preesistenze,
ricercando le aree comuni
su cui articolare un progetto contemporaneo.”
La motivazione,
terzo codice della Logogenesi,
è la spiegazione oggettiva degli elementi
che compongono il Logo.
La motivazione non è la scusa.
La motivazione deve essere vera.
Il segno grafico in questione NON evoca
l’architettura Vasariana.
L’arco a tutto tondo
è presente in ogni città italiana,
europea e mondiale
e non costituisce elemento
caratterizzante e distintivo degli Uffizi.
Soprattutto l’arco spezzato,
unione instabile di due segni non armoniosi,
di forma serpentina,
così lontanti dalla bellezza.
Un segno imperniato sull’asse sinistra
in modo visivamente fragile e squilibrato
come un lucchetto aperto.
Affermare che
“il segno evidenzia il senso dei valori,
dei singoli luoghi e delle preesistenze”
sono parole vuote.
Nella visione del Metodo Logogenesi,
il marchio impeccabie
si allinea nel rispetto di dodici codici:
idea, originalità, motivazione,
sintesi, chiarezza, riproducibiltà,
coerenza, estetica, matematica,
emozione, segreto, racconto.
Il Logo in questione
soddisfa solo i codici della sintesi
e della chiarezza.
Su dodici, due.
Riguardo al codice della riproducibilità
il filetto della U è estremamente sottile
quando viene ricamato, stampato a caldo
o riprodotto nelle minime dimensioni.
Non c’è idea. (il primo codice)
Non c’è bellezza. (codice dell’estetica)
Non c’è l’arte e la conoscenza
di creare forme armoniche attraverso i numeri
(codice della matematica)
Così avviene nella sezione aurea,
nella Natura e nelle opere perfette
che ad essa si ispirano.
In questo logo manca poi l’emozione,
la capacità di colpire il cuore delle persone
e di creare senso di appartenenza.
Infine, nel Simbolo,
non c’è alcuna chiave nascosta da scoprire
(codice del segreto)
e nulla da narrare (codice del racconto).
Attraverso la narrazione del Simbolo
si trasmettono Visioni e Valori d’Impresa.
Si manifesta poi un errore evidente
che offende l’arte calligrafica
e l’arte di disegnare o scolpire le lettere.
Mi riferisco al carattere Times New Roman,
al Bodoni e alla famiglia dei caratteri scultorei.
Nella scrittura calligrafica e nel lettering
la singola lettera
è disegnata più spessa nel tratto discendente
e poi diventa sottile nel tratto ascendente.
La M maiuscola, ad esempio, nei suoi quattro tratti,
sale sottile, scende spessa,
risale sottile e infine scende spessa.
La lettera U scende spessa e risale sottile.
Invece, in questo simbolo,
la lettera U è disegnata al contrario (!).
Chissà cosa direbbe Raffaello
vedendo un errore del genere…
In conclusione,
ognuno è responsabile delle proprie azioni.
Senza giudicare le persone,
rimangono le opere che parlano.
Nel bene e nel male il logo comunica,
comunica sempre.
Ci sono persone responsabili
di aver disegnato questo Logo
e persone responsabili per averlo approvato.
Da parte mia
sono responsabile delle mie affermazioni.
Sono responsabile di aver dichiarato subito,
in forma scritta,
che il logo in questione
lavora e ha lavorato in questi anni
contro gli interessi dell’impresa e della comunità.
In conclusione gli Uffizi,
hanno ottenuto risultati
nonostante la presenza di un segno depotenziante
senza il quale potevano conseguire risultati migliori
riguardo alla comunicazione
e al valore percepito del brand.
Sergio Bianco, Logogenesi
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