L’insegna che insegna: la dimensione discreta dell’immenso.
All’interno delle lunette
che disegnano la facciata
della Basilica Sacré Coeur di Montmartre,
risaltano alcune scritte realizzate ad arte
in foglia d’oro zecchino.
Al tramonto, la luce illumina
le singole lettere d’oro,
perfettamente equilibrate e distanziate
da un maestro esperto in questo dominio.
(Google deve riflettere su questo aspetto).
Le lettere risplendono,
nella penombra delle arcate,
rivelando in latino la frase
“sacratissimo cordi Jesu”.
Sacro cuore di Gesù.
La scelta del materiale aureo
è determinante così come,
riguardo all’impatto complessivo della Basilica,
è determinante e vincente
la scelta della pietra di Chateau-Landon,
un travertino resistente al gelo
che respinge polvere e smog
diventando, dopo ogni pioggia,
sempre più splendente.
Ritornando alla scrittura,
la preziosità e la gentilezza
sono connesse alla misura minima,
al posizionamento strategico
e al modo equilibrato
in cui la scritta si rivela:
la dimensione discreta dell’immenso.
Il Metodo Logogenesi
sancisce la forza del Marchio
nella sua microscopica essenza,
lontano dalla volgarità di insegne di plastica
gridate e ostentate con eccesso.
Nell’anno zero, nel cielo di Betlemme,
grazie alla stella cometa,
assistiamo al primo esempio
di insegna luminosa.
Un’insegna che insegna.
Un segno unico e inconfondibile,
diverso da milioni di altre stelle
e capace di comunicare a Re e pastori.
Nell’anno 1914, a Parigi,
assistiamo a un’insegna luminosa aurea
collegata ad un timer di natura solare
che firma, come un sigillo di luce,
un gioiello architettonico unico.
Sotto questa insegna luminosa,
sotto questo travertino lucente,
figlio di mille temporali,
sono passati,
nel loro viaggio esistenziale,
gli impressionabili,
gli impressionati
e gli impressionisti.
Sergio Bianco #logogenesi
Il valore delle cose preziose risiede nella loro discrezione.