Scritti di Sergio Bianco nel dominio dei Simboli.

Amarcord. Il Nome dialettale diventa internazionale.

 

 

Amarcord è un capolavoro del cinema.
Anche il titolo di questo film,
girato da Federico Fellini nel 1973,
possiede una forza straordinaria.

In dialetto romagnolo
il termine vuol dire “io mi ricordo”
ed è diventato un neologismo
della lingua italiana
con il significato di rievocazione
in chiave nostalgica.

Amarcord racchiude i termini latini
amore e cuore.

È parola unica,
facile da pronunciare,
misteriosa e contenente,
al tempo stesso,
il codice del segreto,
l‘anima del film,
lo spirito dell’Impresa.
Il Nome è suono, è vibrazione:
in virtù di queste caratteristiche,
arriva al cuore e resta memorabile.

A volte si incontrano Nomi
di piccole Imprese locali
che si identificano
con termini dialettali
difficili da comprendere
e da pronunciare per i visitatori ospiti.

Una mancanza di sensibilità
che crea distacco dal Cliente
e rende difficile il passaparola.

Mantenere nel Nome l’identità locale
proiettandola nello schermo universale,
è l’esempio del grande Maestro.

Amarcord.
L’arrivo del transatlantico Rex.
Amarcord.
La ruota del pavone
sul bordo della fontana ghiacciata.
Amarcord.
Lo zio che lancia pietre
dalla cima dell’albero
gridando “voglio una donna”.
Amarcord.
La tabaccaia giunonica.
Amarcord.
La volpina.
Amarcord.
La scuola
e le tubature idrauliche di carta.
Amarcord.
Il bue bianco dalle grandi corna
apparso nella nebbia.
Amarcord.
Gradisca.
Amarcord.
Eros bambino che tira palle di neve.

Sergio Bianco #logogenesi

 

 

Un pensiero riguardo “Amarcord. Il Nome dialettale diventa internazionale.”

  1. Nicola Pisani ha detto:

    Dopo aver letto il tuo articolo, Sergio, ho davvero apprezzato l’omaggio reso ad Amarcord, capolavoro del cinema tanto profondo quanto la sua stessa essenza linguistica.

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