Il giallo è forte nella comunicazione e debole nel marchio.

Il colore giallo risulta
tanto forte nella comunicazione
quanto debole
nella resa cromatica del Marchio.

«C’era un cartello giallo
con una scritta nera, diceva:
addio Bocca di Rosa,
con te se ne parte la Primavera!».

Queste parole memorabili
presenti nella canzone
di Fabrizio De André,
fanno capire il risalto ideale
del messaggio
scritto in nero su fondo giallo.

“Verità per Giulio Regeni”
appare sempre
con questa modalità cromatica,
come se striscioni e cartelli,
realizzati in modo spontaneo
avessero la stessa matrice,
la stessa voce.
la stessa necessità di risposta.

Questi due esempi
dimostrano che il giallo,
inteso come campitura di colore,
è una base efficace per far risaltare
in nero il messaggio.

Gli esperti del Neuromarketing lo sanno.

Diversamente il giallo,
nella visione del metodo Logogenesi,
non è indicato
nella soluzione cromatica del Marchio.

In origine il Logo
si disegna in bianco e nero.

In seguito si definiscono
i colori istituzionali,
che devono avere la forza del risalto
ed essere in armonia
con il settore in cui l’Impresa opera
in virtù delle leggi cromatiche percettive.

È importante valutare con attenzione
la resa del Logo nel positivo
(ossia su fondo bianco),
nel negativo (su fondo nero)
e all‘interno di immagini a colori,
al fine di verificarne il risalto ottimale.

Il colore giallo non è consigliato
nella definizione del colore
istituzionale del Logo,
perché non si legge con chiarezza
su fondo bianco.

Il giallo è leggibile solo quando rafforzato
da una percentuale di magenta,
fino a formare un colore arancio.

Parlando quindi
del colore del logo in termini
di percentuali di quadricromia CYMK
il giallo Y100% non è consentito.
il giallo Y100% + magenta dal M20% in poi,
è consentito.

Quindi, se un logo giallo Y100
si presenta al check dell’aeroporto,
il metal detector suona
e l’Impresa non può volare.

Sergio Bianco #logogenesi