Fulcro visivo, neuroni a specchio e fili invisibili.
Fulcro visivo,
neuroni a specchio e fili invisibili.
Nel quadro “la merlettaia”,
dipinto da Vermeer nel 1664,
l’ago è il fulcro visivo
nel quale si concentrano
lo sguardo e l’attenzione.
Eppure l’ago non si vede.
Il maestro olandese
non lo ha dipinto sulla tela.
Due fili sottili
formano una sorta di V
che ha origine e vertice
nel fulcro visivo.
Altri due fili invisibili
partono dagli occhi della merlettaia
e convergono esattamente in quel punto.
In una superficie di cm 27 x cm 33,
misura reale dell’opera,
la composizione gestuale,
porta l’occhio esattamente
in quel millimetro quadro della tela.
Si innesca il meccanismo
dei neuroni specchio:
Lo spettatore riflette
la stessa cura,
la stessa attenzione
e la stessa concentrazione
della donna dipinta.
Gli occhi pittorici della merlettaia
e i milioni di occhi reali
si concentrano tutti
sullo stesso punto.
Per questo motivo, nella mia visione,
il quadro di Vermeer
è amato dalle persone.
Per questa riflessione e connessione
che travalica il tempo,
per questi fili invisibili
che conducono sguardi del passato
e del futuro
alla stessa illusoria
e invisibile meta.
Nei fili invisibili che connettono sguardi del passato e del futuro si cela il mistero dell’arte: un’illusoria meta che attrae ed unisce milioni di occhi attraverso i secoli.